Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Truffa per i lavori al porto indagato l’ex sindaco Azzollini
Molfetta, «denaro sottratto per risanare i conti comunali»
Un appalto da 72 milioni di euro, poi lievitato a 147. Tutto per un porto mai completato (anche perché progettato su fondali pieni di ordigni bellici) e per far quadrare i conti del Comune di Molfetta. Dopo quasi sei anni, la Procura di Trani ha chiuso le indagini sulla presunta maxi truffa da circa 147 milioni di euro legata alla costruzione del nuovo porto commerciale di Molfetta. L’avviso di conclusione è stato notificato a 48 indagati (tra i quali cinque società), a fronte dei 62 inizialmente coinvolti nell’inchiesta.
Tra gli indagati c’è anche il senatore e attuale presidente della commissione Bilancio del Senato, Antonio Azzollini (Ncd), all’epoca dei fatti sindaco di Molfetta. Con lui risultano inquisiti anche gli ex dirigenti del Comune, Vincenzo Balducci (arrestato nell’ottobre 2013) e Giuseppe De Bari; e ancora Giorgio Calderoli, procuratore speciale dell’impresa Cmc di Ravenna che si era aggiudicata i lavori (anche lui arrestato), e un ufficiale della guardia di finanza, Giuseppe Mattiello, ex comandante della tenenza di Molfetta che risponde di violenza a pubblico ufficiale nei confronti di due sottoposti perché non eseguissero più controlli al porto. Sono usciti di scena gli ex assessori della giunta Azzollini. Per loro e altri indagati la cui posizione è stata ritenuta marginale, la Procura chiederà l’archiviazione al gip.
Agli indagati il procuratore aggiunto Francesco Giannella e i pm Antonio Savasta e Michele Ruggiero contestano - a vario titolo - i reati di associazione per delinquere, falso, abuso d’ufficio, truffa, frode in pubbliche forniture, rifiuto di atti d’ufficio, violazioni ambientali e paesaggistiche, minaccia a pubblico ufficiale, concussione per induzione.