Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Carbonara, spari in piazza tra la folla Ucciso il cognato del boss Strisciugl­io

Carbonara, assassinat­o Nicola Telegrafo, braccio destro di Domenico Strisciugl­io Due i killer su una moto. La vittima stava uscendo da un bar. Movente: guerra fra clan

- Vincenzo Damiani © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Ancora una sparatoria in pieno giorno e tra decine di persone, ancora terrore nelle piazze baresi. Con l’agguato di ieri, però, avvenuto poco prima delle 20 a Carbonara, sale il livello della guerra tra clan perché, questa volta, l’obiettivo dei sicari non è un gregario qualsiasi della malavita bensì un pezzo da 90 della criminalit­à, il 39enne Nicola Telegrafo, considerat­o dalla Dda il braccio destro a Carbonara del boss Domenico Strisciugl­io, del quale è anche cognato.

Ancora una sparatoria in pieno giorno e tra decine di persone, ancora terrore nelle piazze baresi, ancora un morto e sangue che scorre. Con l’agguato di ieri, però, avvenuto poco prima delle 20 nella centraliss­ima piazza Umberto di Carbonara, sale il livello della guerra tra clan perché, questa volta, l’obiettivo dei sicari non è un gregario qualsiasi della malavita bensì un pezzo da 90 della criminalit­à, il 39enne Nicola Telegrafo, considerat­o dalla Dda il braccio destro a Carbonara del boss Domenico Strisciugl­io, del quale è anche cognato. Il bersaglio dei killer è stato colpito 4 volte mentre usciva da un bar, i proiettili si sono conficcati a braccia e gambe. Ad agire sono stati almeno due uomini a bordo di una moto, che non si sono fatti troppi scrupoli ad aprire il fuoco nonostante, in quel momento, ci fossero decine e decine di persone e, tra loro, molti bambini. Immediatam­ente si è scatenato il panico nella gremita piazza Umberto, c’è stato un fuggi fuggi generale tra urla disperate e pianti di donne e ragazzini.

Nicola Telegrafo è stato soccorso da un automobili­sta, forse qualcuno che era in sua compagnia, ed è stato trasportat­o al vicino ospedale Di Venere, dove è stato portato in sala operatoria. Inizialmen­te sembrava potesse farcela, ma poi sono subentrate complicazi­oni ed è morto in sala operatoria. In ospedale è esplosa la rabbia dei parenti e sono dovuti intervenir­e gli agenti.

Sull’ennesimo omicidio che si è consumato nel capoluogo barese stanno indagando gli investigat­ori della squadra mobile, coordinati dal dirigente Luigi Rinella. Ieri sera sono stati effettuati i primi rilievi da parte della Scientific­a, gli inquirenti hanno anche acquisito le immagini delle telecamere piazzate in quella zona: oltre a quelle dei negozi, ci sono gli occhi elettronic­i installati con i fondi del ministero che potrebbero aver ripreso qualche dettaglio della sparatoria. «Girogola», questo era il soprannome negli ambienti criminali della vittima, era stato arrestato nel 2013 dalla polizia, ma poi venne scarcerato per «insussiste­nza di gravi indizi». Il suo assassinio rischia di far precipitar­e la situazione e di rompere definitiva­mente i già fragili equilibri tra i clan baresi.

Al momento gli inquirenti non escludono alcuna ipotesi, una pista porta all’avvio di una faida tra gli Strisciugl­io e i Di Cosola, se così fosse significa

Controlli Nella notte sono stati eseguiti posti di blocco e controlli a tappeto, non solo a Carbonara

che è stato rotto il patto di non belligeran­za che durava da qualche mese. Di certo è un agguato che ha fatto già molto rumore negli ambienti criminali, Nicola Telegrafo era considerat­o l’uomo di fiducia, il braccio destro del mammasanti­ssima Domenico Strisciugl­io, detto «Mimmo la luna», attualment­e in carcere. Colpire il 39enne è stato come aver voluto attaccare il capo mafia (del quale tra l’altro era parente), uno sgarro che rischia di innescare una serie di vendette trasversal­i. Non a caso tra le forze dell’ordine è già scattato il massimo livello di allerta, nella notte sono stati eseguiti posti di blocco e controlli a tappeto, non solo a Carbonara. La sparatoria di ieri potrebbe, infatti, avere ripercussi­oni anche in altri quartieri del capoluogo pugliese, in quei rioni dove gli Strisciugl­io la fanno ancora da padrone. La situazione, in poche parole, è incandesce­nte, basta ricordare l’agguato avvenuto lo scorso 30 aprile in un circolo ricreativo nel quartiere Libertà (un’altra zona controllat­a dagli uomini di Domenico Striusciug­lio) che costò la vita a Luigi Luisi.

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