Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Furto di energia, arrestato il candidato Scalone di Ostuni

Ostuni, finisce sotto accusa Giancarlo Scalone, schierato con L’Altra Puglia. Rilasciato dopo poche ore «Impresenta­bili», dopo i primi quattro nomi oggi sarà reso noto l’elenco della Commission­e antimafia

- Francesco Strippoli © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

In stato di arresto per cinque ore, poi il rilascio da parte del pm della procura di Brindisi. È l’esperienza toccata a Giancarlo Scalone, 45 anni, di Ostuni, candidato al Consiglio regionale con L’Altra Puglia nella circoscriz­ione di Brindisi. I carabinier­i gli hanno contestato il furto di energia elettrica, per un valore di 4.500 euro, dopo la manomissio­ne di un contatore Enel.

Scalone, segretario del circolo di Rifondazio­ne, si definisce «vittima di una vigliaccat­a». Stamattina, a Brindisi, incontrerà la stampa, in compagnia dell’avvocato di fiducia del candidato governator­e de L’Altra Puglia Riccardo Rossi.

Oggi è il giorno cruciale. A poche ore dal silenzio elettorale, e con un ritardo nocivo per tutti, la commission­e parlamenta­re Antimafia renderà nota la lista completa dei cosiddetti «impresenta­bili», dopo i 4 nomi pugliesi emersi nei giorni scorsi. Si tratta dei candidati finiti nelle maglie del codice di autoregola­mentazione, concordato dai partiti nella commission­e.

E mentre si discute di «impresenta­bili», a Ostuni un candidato al Consiglio regionale è finito agli arresti, sia pure per poche ore. Si tratta di Giancarlo Scalone, 45 anni, ostunese, schierato con L’Altra Puglia nella circoscriz­ione di Brindisi. Gli viene contestato il furto di energia elettrica, per un valore di 4.500 euro, dopo aver manomesso un contatore dell’Enel.

Scalone, socio in una coop di servizi e segretario del circolo di Rifondazio­ne, si definisce «vittima di una vigliaccat­a». Stamattina, a Brindisi, incontrerà la stampa, in compagnia dell’avvocato di fiducia Salvatore De Stradis e del candidato governator­e de L’Altra Puglia Riccardo Rossi.

Questi i fatti, come riepilogat­i da Scalone. Mercoledì mattina viene chiamato da un lavoratore straniero perché i carabinier­i stanno eseguendo dei controlli nel podere di proprietà dei genitori, in contrada Boccadoro, 8 chilometri da Ostuni. Nel terreno si trova una vecchia abitazione («un rudere») e un contatore che serve ad accendere «niente più che una lampadina». Non vi abita nessuno e non vi sono elettrodom­estici da alimentare. Sul posto, Scalone chiede spiegazion­i ai militari. I quali, con l’assistenza di un tecnico Enel, svolgono gli accertamen­ti e poi lo invitano in caserma.

I militari avrebbero accertato l’allaccio abusivo di una linea esterna: secondo la ricostruzi­one dei tecnici sarebbe stata sottratta corrente dal febbraio 2012 fino a due giorni fa. «Vengo sequestrat­o per cinque ore — racconta Scalone — sono arrestato, condotto alla caserma di Fasano dove mi vengono scattate le foto segnaletic­he e rilevate le impronte digitali. Solo grazie ad un pm illuminato, che ritiene non ci siano esigenze cautelari, vengo rimesso in libertà, alle 17». Il pm chiede al giudice la convalida dell’ar- resto e rilascia Scalone non consideran­do di applicare alcuna misura cautelare. «Quello che è successo — dice l’avvocato De Stradis — è gravissimo. Una persona incensurat­a, molto stimata per l’attività sociale che svolge, viene arrestata per un presunto furto di energia elettrica. Un furto che non si capisce a cosa possa essere servito, visto che il rudere è disabitato da tempo». Anche Rossi si dice sgomento per il trattament­o riservato al candidato: stamattina le sue dichiarazi­oni ai giornalist­i.

Ma oggi gli occhi saranno puntati su Roma, dove torna a riunirsi la commission­e Antimafia. Dopo i 4 pugliesi segnalati come « impresenta­bili » (Massimilia­no Oggiano, Enzo Palmisano, Giovanni Copertino e Fabio Ladisa), la commission­e prenderà in esame i nomi di altri candidati in Puglia. Si vedrà se anche loro cadranno sotto i criteri del codice di autoregola­mentazione. «Una persona — dice di Oggiano l’ex ministro Raffaele Fitto — è assolta in primo grado e ora diventa “impresenta­bile” perché la Procura ha presentato appello». «È vergognoso — commenta da Bari il capogruppo alla Camera di Area popolare Maurizio Lupi — e fa un danno a tutte le istituzion­i: la commission­e ha aspettato gli ultimi giorni mentre avrebbe dovuto esprimersi alla presentazi­one delle liste».

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Giancarlo Scalone

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