Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Nuovi autori e linguaggi moderni in «Solaris», la collana della Laterza
Laterza vara la collana Solaris, uno spazio destinato ad autori dai 35 ai 45 anni Anna Gialluca, ideatrice del progetto, punta su «narrazioni non tradizionali»
Dall’ingresso di Sergio Marchionne in una nuova fabbrica Fca allo straniamento di un clochard, dai fasci luminosi degli aerei in una schermata del globo all’energia liberata a Berlino con la caduta del Muro, da Matteo Renzi ospite della tv di Maria De Filippi alla memoria di Enrico Berlinguer: oltre gli incroci tra passato, presente e futuro, la sintesi è tutta nel richiamo al libro cult del polacco Stanislaw Lem e alla sue trasposizioni cinematografiche, l’ultima del 2002 di Steven Soderbergh. Si intitola Solaris la nuova collana della Laterza, uno spazio di elaborazione ispirato al mito del «pianeta pensante», dove la scrittura non ripete cliché passati ma accompagna il lettore in un percorso di conoscenza attraverso una basica immersione nello «Zeitgeist».
«Siamo sospesi tra il non più e il non ancora. Noi abbiamo condotto una vita accanto alla storia, non dentro la storia. Siamo fuori dal Novecento, non abbiamo più le categorie del passato, quelle della politica e degli stili di vita che ci hanno segnato. Le narrazioni tradizionali non danno conto delle questioni irrisolte che vediamo davanti ai nostri occhi»: così Anna Gialluca, direttore editoriale della Laterza, spiega al
Corriere del Mezzogiorno la gestazione di una collana che rappresenta un «unicum» nel mondo italiano dei libri. «Il progetto ha avuto un iter lunghissimo. E’ stato preceduto da un dibattito e una riflessione durata un paio d’anni. Da qui - spiega - abbiamo sintetizzato la missione avvalendoci di autori che non sono incasellabili in categorie statiche, scrittori dai trentacinque ai quarantacinque, che si muovono all’interno di un tema o di un luogo o di una tendenza che i media e l’editoria finora hanno provato a riscontrare debolmente, solo descrivendone i particolari dall’esterno».
Dopo il successo di «Contromano», la Laterza scommette ancora su una linea di sperimentazione e i primi libri pubblicati - di Giorgio Falco, Daniele Giglioli, Guido Mazzoni e Vanni Santoni - confermano da un lato l’originalità dell’intuizione e dall’altro la puntualità nel cogliere l’inadeguatezza di un approccio legato ad un solo genere letterario per decrittare fenomeni che segnano la modernità liquida «dando forma alla fenomenologia di questo mondo, attraverso una formula ibrida, originale e contaminata».
Nel poker di opere che caratterizzano l’esordio di Solaris brilla Muro di Casse di Vanni Santoni, autore poliedrico, in grado di passare dal fantasy al racconto in presa diretta con straordinaria efficacia. Lo scrittore toscano ha realizzato un romanzo sull’universo dei rave e della musica tecno, coniugando l’agilità del reportage con la rapidità di un testo adatto ad una possibile trasposizione cinematografica. Santoni poi ha seminato nelle pagine richiami alla più raffinata sociologia sull’argomento, cogliendo - ad esempio con il richiamo alle Taz (Zone temporaneamente autonome) di Hakim Bey - l’importanza di possedere le chiavi più avanguardistiche per interpretare lo spaesamento e la ribellione dei nostri giorni. Non è un caso che il movimento dei «raver» abbia avuto in molti frangenti un posizionamento politico antagonista arrivando, come immortalato dalla hit dei Daft Punk a contestare duramente anche la sinistra socialista francese per la legislazione repressiva verso i mega-raduni tecno. «Queste aggregazioni giovanili legate alla musica elettronica - evidenzia ancora Gialluca - si manifestano come pattinamento sulla materialità; il fine è l’estasi, l’idea della felicità e di una esistenza legata solo al profilo emozionale, per la durata di un party».
«Abbiamo caratterizzato la nuova collana con titoli ad effetto - prosegue Gialluca - e una quarta di copertina che presenta un assaggio dell’esplorazione dell’autore, per instradare il lettore e invitarlo a seguire la traccia in un mondo da scoprire». Il nodo culturale è la fotografia istantanea della modernità: «Ogni volume è un po’ lo stesso libro, uno scatto su uno stato di inefficacia. “Muro di casse” sui rave sviscera l’inadeguatezza di un mondo giovanile conosciuto solo per la diffusione di droghe sintetiche. Allo stesso modo - analizza la Gianluca - nel libro di Mazzoni risaltano le trasformazioni degli ultimi anni oltre costume, politica e ideologia. Falco scrive una storia usando solo l’imperfetto, viatico per pietrificare il tempo nell’immaginario di chi legge. Giglioli disegna un affresco sullo stato di minorità diffuso trasversalmente nella società. E tutti e quattro gli autori offrono punti di vista diversi ma la medesima sensazione di disorientamento. Lo sforzo di ricerca evita moralismi».
Le copertine risentono dell’influenza della Street Art (sul modello dei murales di Blu) e le opere nel complesso hanno un respiro internazionale: sarebbero naturaliter divorate da un ventenne di Kreuzberg, da un manager londinese o da un vagabondo del Porto olimpico di Barcellona.