Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Il titolare Hu Vei Bing: «Sfido i pregiudizi, mi sento italiano» E innalza il Tricolore
Come gran parte dei commercianti cinesi, Hu Vei Bing, non brilla per espansività. Resta arroccato, diffidente, centellina parole e informazioni: « Vi prego, non dite dove abito, non divulgate dati personali», raccomanda sospettoso. Sa che con altrettanto sospetto molti italiani guardano i cinesi giunti in Italia per cercare fortuna. Il web pullula di contenuti dal tenore ostile nei confronti dei suoi connazionali, spesso accusati di non pagare le tasse e di essere abili nell’aprire e chiudere attività commerciali col solo intento di sfuggire alle maglie del fisco. Ma Bing va avanti per la sua strada. Ci tiene soprattutto a far sapere che il suo Hong Kong Market non è un bazar di articoli usa e getta, di quelli che si trovano sulle bancarelle alle feste popolari. Cosa avete sugli scaffali? «Magari qualche prodotto è Made in Cina, ma ha il marchio italiano, lo dicono le fatture di acquisto. Qui è tutto trasparente, siamo leali con la clientela». Il personale è assunto regolarmente? «Sì, e per l’ottanta per cento è italiano». Come mai ha investito nel Capo di Leuca? «Il luogo dà le necessarie garanzie. Ho 40 anni e da 20 sono in Italia. Ho aperto negozi a Venezia, poi anche a Brindisi e sono contento di come vanno le cose». Sulle recinzioni dell’Hong Kong Market sventola il Tricolore. «Certo, perché abbiamo inaugurato il 2 giugno e io mi sento italiano”.