Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Amputato il piede alla bimba azzannata dal pitbull dello zio

I medici hanno amputato l’arto alla piccola di 3 anni aggredita il 1° giugno

- Della Rocca

I medici hanno tentato l’impossibil­e, poi si sono arresi. Hanno dovuto amputare il piedo destro alla bimba di tre anni azzannata lunedì sera, a Lecce, dal pitbull dello zio. I tessuti, lacerati dal morso, non si sono rivascolar­izzati: si rischiava gravi conseguenz­e.

LECCE La bimba di tre anni azzannata lunedì sera dal pitbull dello zio mentre giocava in casa della nonna ha perso il piede destro. I medici dell’ospedale «Vito Fazzi», che fino all’ultimo avevano sperato di conservare l’integrità dell’arto, hanno dovuto amputare nella tarda mattinata di ieri perché i tessuti lacerati dal potente morso del cane non si sono rivascolar­izzati.

Mantenere il moncone attaccato al resto della gamba avrebbe esposto la piccola paziente al rischio di una pericolosa infezione. L’équipe diretta dal primario del reparto di Ortopedia dell’ospedale «Vito Fazzi» di Lecce, Giuseppe Rollo, ha reciso poco sotto il ginocchio e ora la bimba dovrà vivere con una protesi che le sarà adattata durante la crescita.

Il verdetto dei medici sull’impossibil­ità di salvare il piedino della bambina ha gettato i suoi giovani genitori nello sconforto. Dopo l’intervento, durato circa un’ora, la piccina è stata ricondotta nel reparto di Rianimazio­ne dove era stata ricoverata a seguito del disperato tentativo di ricucire il piede fatto da una équipe multidisci­plinare la notte successiva all’aggression­e.

Ma presto ci sarà il trasferime­nto nel reparto di Pediatria diretto dal dottor Pietro Caprio, dove la bimba sarà tenuta per i prossimi giorni sotto stretta osservazio­ne «perché i morsi dei cani sono assai pericolosi e possono produrre anche delle infezioni», spiega Giuseppe Rollo che ha eseguito entrambi gli interventi con le sue mani. Il pitbull, che ne frattempo è stato sequestrat­o dai poliziotti delle Volanti e condotto nel canile municipale, non aveva il microchip.

Il ventenne zio della bambina lo teneva nel giardino di casa, un’abitazione al pian terreno di via San Nicola, alla periferia della città. L’animale si trovava in un recinto da cui, per motivi non chiari, sarebbe uscito.

I genitori erano fuori città per lavoro ed avevano affidato la figlia alla nonna. Sul caso indaga il sostituto procurator­e di Giovanni Gagliotta. Il giovane proprietar­io del pitbull è indagato per omessa custodia. Il dottor Giuseppe Rollo confessa: «Ho dovuto fare l’amputazion­e con la morte nel cuore, ma non si poteva fare altro. Ora quella bimba sarà un po’ anche figlia mia. La seguirò personalme­nte negli anni che verranno con la speranza che possa in qualche modo cancellare questa brutta esperienza».

L’aggression­e alla bimba ha destato molto scalpore a Lecce ed ha avuto anche risonanza nazionale. L’episodio ha riproposto in tutta la sua drammatici­tà la gestione dei pitbull.

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Il medico Sopra il dottor Giuseppe Rollo, primario di Ortopedia al «Vito Fazzi»

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