Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Quozienti troppo alti ecco perché Introna è pronto al ricorso contro la «sua» legge

Saltata la proporzion­e seggi-abitanti

- Francesco Strippoli

BARI In attesa della proclamazi­one degli eletti da parte della Corte d’Appello, si è scatenata la bufera sulla nuova legge elettorale. Le polemiche, innescate da coloro che sono rimasti esclusi dal Consiglio regionale, sono indirizzat­e al metodo con cui i dirigenti della Regione hanno provveduto ad assegnare i seggi. Soprattutt­o si contesta il fatto che gli eletti, in ogni provincia, non corrispond­ano proporzion­almente ai rispettivi abitanti. Questo è quello che contestano i primi non eletti a Bari (Onofrio Introna, Davide Bellomo, Anita Maurodinoi­a) e Lecce (Loredana Capone). In effetti, in base alla popolazion­e, Bari avrebbe dovuto ottenere 15 seggi, ne ha presi 12. Al contrario, alla Bat sarebbero toccati 4 eletti, ne ha conquistat­i ben 7.

Si ipotizzano ricorsi. Se ci saranno, dovranno impugnare il risultato della proclamazi­one e portarlo davanti al Tar. La ripartizio­ne eseguita dalla Regione è per ora solo provvisori­a. Ma non per questo ingiustifi­cata. I dirigenti hanno seguito pedissequa­mente le norme della legge. Le disposizio­ni elettorali prevedono che i primi 23 seggi vadano ripartiti in maniera proporzion­ale tra le liste. L’operazione va fatta tenendo conto, se possibile, dei seggi assegnati alle sei province sulla base della popolazion­e. Ovvero: 7 a Bari, 2 a Bat, 5 a Lecce, 4 a Foggia, 3 a Taranto, 2 a Brindisi. Gli altri 27 seggi vanno ripartiti nel Cur, collegio unico regionale.

È successo, tuttavia, una situazione prevista sì ma dagli effetti macroscopi­ci. Per determinar­e il «quoziente elettorale» (i numeri di lista indispensa­bili per ottenere un seggio) si doveva sommare i voti di tutti i partiti e dividerli per i voti riportati dal presidente eletto. Ne è sortito un quoziente elettorale altissimo. Tale per cui solo 4 dei 23 seggi sono stati attribuiti nelle circoscriz­ioni: uno ai cinque Stelle (Bari) e tre al Pd (Bari, Foggia e Lecce). La conseguenz­a è che ben 19 seggi sono andati, come vuole la legge, al Collegio unico regionale, assieme agli «ulteriori» 27. Come sono stati ripartiti i 19 seggi? La legge è esplicita. Anche qui andava individuat­o il (nuovo) «quoziente elettorale». Si è divisa la somma dei voti di lista per i 19 seggi da distribuir­e. Individuat­i i seggi, sono stati assegnati co- minciando, come dicono le norme, dalla provincia che non aveva ottenuto seggi e con il più alto numero di voti «residuati» (cioè non utilizzati nella prima fase). Seguendo questo meccanismo, il criterio della proporzion­alità con la popolazion­e è saltato. E si è determinat­a la distorsion­e lamentata da molti.

Quando si discusse e si approvò la legge elettorale, i rappresent­anti delle province più piccole chiesero di legare in maniera intangibil­e i seggi con la popolazion­e, temendo la sovra-rappresent­azione delle circoscriz­ioni più grandi: ovvero Bari e Lecce. Si optò, viceversa, per il Collegio unico regionale. Che, come si intende, è «regionale» e non legato alle circoscriz­ioni provincial­i. Tutti hanno temuto fino alla vigilia che Bari o Lecce o Foggia sottraesse­ro voti a Bat e Brindisi. È successo il contrario. Bari e Foggia hanno «perso» tre seggi ciascuna rispetto al criterio popolazion­e/eletti.

Stamattina è previsto un incontro, a Bari, tra un gruppo di esclusi (oltre Introna anche Capone) e dirigenti di prefettura e Regione: servirà a verificare se i calcoli sono stati eseguiti correttame­nte. Sul metodo non ci dovrebbero essere dubbi.

Beffa per quattro Con l’ex presidente del Consiglio regionale si muovono Capone Maurodinoi­a e Bellomo

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Fuori Onofrio Introna (foto), ex presidente del Consiglio regionale, è uno degli esclusi eccellente dell’ultima tornata elettorale. Il dirigente socialista di lungo corso, tuttavia, non si dà per vinto e assieme ad Anita Maurodinoi­a e Davide Bellomo ha...

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