Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Aveva in tasca pistola e munizioni Arrestato, resta in carcere 48 ore
Detenzione lampo per un uomo del clan Strisciuglio. Patteggia 2 anni ma è già libero
BARI Beccato dai carabinieri con una pistola pronta all’uso, è stato arrestato, ha patteggiato una pena a due anni di reclusione e, dopo nemmeno 48 ore di carcere, è tornato in libertà con il solo obbligo di presentarsi in questura tre volte al giorno per apporre la propria firma. È stata una detenzione lampo quella del 25enne Leonardo Lorusso, volto noto alle forze dell’ordine e ritenuto dagli inquirenti vicino al clan Strisciuglio, fermato dai carabinieri nel nucleo operativo della compagnia Bari Centro in via Indipendenza, nel rione Libertà, con le accuse di ricettazione, detenzione e porto illegale di armi e munizioni. Dopo l’omicidio del boss Nicola Telegrafo, cognato del mammasantissima Domenico Strisciuglio, freddato la settimana scorsa in piazza Umberto, a Carbonara, in città c’è massima allerta per il timore di possibili vendette e nuovi agguati criminali. In particolare, sono sott’osservazione i quartieri controllati dal clan Strisciuglio: Carbonara, Libertà e San Paolo su tutti. L’arresto di Lorusso è avvenuta proprio durante una mirata attività investigativa dei carabinieri alla ricerca di armi: martedì sera, il 25enne, già seguito dai militari, appena è uscito di casa è stato fermato prima che potesse allontanarsi a bordo della sua moto. Sottoposto a perquisizione personale, i carabinieri hanno trovato una pistola semiautomatica, marca Colt modello MK IV serie 80, calibro 45, completa di serbatoio con 7 cartucce, risultata rubata a Taranto nel settembre del 2007. A quel punto, su disposizione del pm Antonino Lupo, Lorusso è stato portato in carcere, mentre l’arma è stata sequestrata per essere sottoposta agli accertamenti balistici. Durante la convalida, l’arrestato ha patteggiato una pena di 2 anni e 600 euro di multa ed è stato scarcerato immediatamente, con l’unico obbligo di presentarsi in questura tre volte al giorno, alle 9, alle 14 e alle 20. La detenzione lampo ha fatto storcere il naso agli inquirenti, che, considerando il clima che si respira in città dopo l’assassinio di Telegrafo, sono impegnati 24 ore su 24 per evitare che possano consumarsi altri agguati. Cosa ci facesse Leonardo Lorusso con una pistola pronta all’uso è ancora tutto da capire, le ipotesi dei militari sono diverse: forse la deteneva per «sicurezza personale», oppure la stava consegnando a qualcuno non ancora individuato. L’unica certezza è che il ritrovamento dell’arma conferma i timori degli investigatori: l’omicidio di Telegrafo ha provocato una faida interna al clan Strisciuglio e la morte del cognato del boss rischia di far esplodere una nuova feroce guerra di mala.
Il caso I pm perplessi per la decisione