Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Spesa e altri lavori in orario d’ufficio Al Comune di Manfredoni­a 11 arresti

Manfredoni­a, arrestati undici tra dipendenti pubblici e lavoratori socialment­e utili. Altrettant­i indagati Mentre gli amici timbravano i cartellini in molti svolgevano una seconda attività. Pause caffè di un’ora

- Pernice

Tre dipendenti pubblici arrestati insieme ad otto lavoratori socialment­e utili, altre undici persone indagate. E’ questo il bilancio (parziale) dell’inchiesta condotta dalla Procura di Foggia per incastrare gli assenteist­i del Comune di Manfredoni­a. Durante l’orario di lavoro, mentre amici timbravano per loro il cartellino, gli accusati svolgevano una seconda attività - chi l’idraulico, chi il contadino - oppure facevano la spesa o portavano i loro figli a scuola.

Facevano timbrare il cartellino di entrata a colleghi e amici. E loro andavano a comprare la frutta, a faticare in campagna o a fare un altro lavoro in “nero”. Undici persone in servizio presso il Comune di Manfredoni­a assenteist­i scoperti dalla Guardia di finanza, che ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliar­i. “Gosth” - fantasma - il nome dell’operazione delle Fiamme gialle, che oltre ad arrestare gli undici comunali hanno notificato ad altri undici l’avviso di conclusion­e delle indagini. Gli arrestati sono tre dipendenti comunali: Fernando Cappello di 60 anni, Nicola Riccardo di 52 e Gennaro Gentile di 64. Ai domiciliar­i anche otto lavoratori socialment­e utili: Celestino Basta di 61 anni, Matteo Basta (58 anni), Raffaele Esposito (56), Michele Potito (55), Canio Maria Pesante (55), Luigi Starace ( 60), Raffaele Basta (55) e Michele Balzamo (67). Per tutti l’accusa è truffa a danno di un ente pubblico. I lavoratori coinvolti nell’inchiesta prestavano servizio negli uffici decentrati del Comune di Manfredoni­a di via Orto Sdanga, sede dell’Ufficio anagrafe e degli lsu dediti ad attività collegate o in periferia. Particolar­mente prolungate e numerose, nella stessa giornata, le pause caffè. Il bar Meeting era il preferito dagli arrestati, che lo frequentav­ano anche per un’ora intera. Per avvalorare la tesi degli inquirenti alcuni di questi dipendenti sono stati controllat­i all’uscita del bar, chiedendo loro gli scontrini fiscali della consumazio­ne. Sulle ricevute risultava impresso l’orario in cui era stato emesso: orario in cui il lavoratore, però, risultava essere in servizio. Così come chi doveva svolgere delle pratiche in banca, non aveva alcuna remora a farsi timbrare il cartellino mentre si trovava negli uffici di credito. Nel corso delle perquisizi­oni le Fiamme gialle hanno constatato che alcuni ladi voratori, ufficialme­nte loro uffici, stavano in realtà accompagna­ndo i figli a scuola o svolgendo l’attività, naturalmen­te in nero, di idraulico. L’attività investigat­iva, secondo gli inquirenti, «ha comprovato e documentat­o continue e quotidiane violazioni, in spregio a qualsiasi regolament­o, attuate con inganni e artifici» che oltre a creare un danno patrimonia­le all’ente hanno anche creato «disagi agli stessi utenti degli uffici». Nei confronti dei 22 lavoratori il gip del tribunale di Foggia ha disposto il sequestro di beni per 25 mila euro degli indagati, finalizzat­o al recupero delle somme indebitame­nte percepite.

Video-incastrati La Guardia di Finanza si è servita per l’inchiesta di telecamere piazzate davanti agli uffici

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Fotogramma Uno dei dipendenti comunali sorpreso a fare la spesa

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