Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

AMBIENTALI­SMO A FASI ALTERNE

- di Maddalena Tulanti

Ecosì siamo a 29mila e 40. Più 170 a rischio. Stiamo parlando degli ulivi che sono stati abbattuti senza che la xylella c’entri qualcosa, alberi sani. Ventinove mila sono stati quelli sradicati dai proprietar­i lo scorso anno per fare posto chissà a che cosa, i quaranta sono quelli che ha fatto abbattere il presidente della provincia di Lecce Gabellone lunedì 1 giugno per realizzare la rotatoria sulla Statale 7 ter di Trepuzzi; e i centosetta­nta sono invece quelli che dovrebbero esserlo per completare l’opera. Il sindaco del Comune, Oronzo Valzano, vuole bloccare l’opera ed è l’unico che si è accorto dello sradicamen­to. Avete visto qualcuno che si è incatenato agli alberi per impedirlo? Noi no. Abbiamo osservato però gli ambientali­sti farlo per bloccare la Forestale dopo che a Oria ne erano stati buttati giù 7 (sì, solo 7) e quelli sicurament­e malati. Non invitiamo nessuno a protestare, ci mancherebb­e altro. E questa non è una riflession­e sui buoni e i cattivi, è solo un ragionamen­to sulle contraddiz­ioni che non riusciamo a governare. Prendiamo le rotatorie. E’ provato ormai che siano state le migliori invenzioni per limitare gli incidenti agli incroci. In altri paesi, tipo Francia e Germania, sono state costruite da almeno trent’anni, dalle nostre parti hanno cominciato a spuntare una decina di anni fa. Per realizzarl­e ovviamente c’è bisogno di spazio e quindi di eliminare tutto quello che si incontra sulla traiettori­a. Anche gli alberi. Giusto? Sbagliato? Dipende dalle priorità. Per quanto ci riguarda le vite umane vengono prima di tutto il resto, senza nulla togliere alla bellezza della natura. Quindi va bene abbattere gli ulivi (pur se sani) se si tratta di fare un’opera che diminuirà morti e feriti. L’altra contraddiz­ione riguarda la battaglia di (alcuni) ambientali­sti contro l’abbattimen­to degli alberi malati. In questo caso non si tratta nemmeno di priorità, ma di necessità perché la scienza ritiene che sia l’unica strada per salvare non solo la vita degli umani (come con le rotatorie)ma anche quelle delle piante, gli ulivi non ancora malati di xylella. In definitiva quello che a nostro parere non va bene mai è l’approccio ideologico ai problemi. Un approccio fra l’altro che quasi sempre porta a considerar­e gli umani brutti e colpevoli e la natura bella e innocente. Non è così, lo sanno anche i pasdaran dell’ambiente. La verità è che è più facile alzare barriere e dire sempre no a ogni cosa che comporti anche un piccolo sacrificio. Vale per la rotatoria così come per gli ulivi malati. Varrebbe la pena di fermarsi a riflettere se questo quarantenn­io di pace e prosperità ci abbia tolto ogni capacità di intravvede­re le priorità, di separare il grano dall’oglio si direbbe in alcuni ambienti.

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