Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
L’allarme scattato due anni fa Salento in rivolta, tagliati solo 7 ulivi
Nell’ottobre del 2013, dopo indagini mirate, il Dipartimento di Scienze del Suolo, della Pianta e degli Alimenti dell’Università di Bari e il Cnr, annunciano il rinvenimento nel Leccese di piante d’olivo e di altre specie colpite dal batterio Xylella fastidiosa. La notizia genera grande allarme in quanto Xylella è un organismo nocivo batterico da quarantena inserito nella lista «A1» dell’Eppo (European and Mediterranean Plant Protection Organization). La Regione adotta specifiche misure di emergenza. I monitoraggi degli studiosi fatti tra maggio e agosto del 2014 svelano la presenza di focolai in diverse aree della provincia di Lecce. Il fenomeno viene definito come «Complesso del disseccamento rapido dell’olivo». Il 12 febbraio 2015, il Ministero delle Politiche agricole annuncia la nomina di Giuseppe Silletti a commissario delegato per l’emergenza Xylella. Il 16 marzo Silletti vara il Piano degli interventi, mentre la Procura di Lecce indaga sul fenomeno Xylella aprendo un’inchiesta in cui si ipotizza l’introduzione colposa di malattia della pianta. Il 3 aprile la Francia vieta l’importazione dall’Italia di numerose specie vegetali considerate ospiti della Xylella. Lo stesso giorno viene pubblicato il Piano per l’estirpazione delle piante infette ad Oria, nel Brindisino. Stesse misure sono previste nella fascia di eradicazione larga 15 chilometri. Ad Oria, il 13 aprile vengono abbattuti 7 ulivi. Il giorno dopo gli ambientalisti bloccano le ruspe a Veglie. A maggio il Tar del Lazio sospende il piano Silletti su richiesta di 26 aziende salentine che lo avevano impugnato ritenendo inconciliabile il previsto uso dei fitofarmaci con le loro produzioni biologiche. Udienza di merito: 16 dicembre. La Ue poi conferma: «Servono i tagli». Silletti lavora ad un nuovo piano e ieri il Consiglio di Stato, ha confermato la sospensione.