Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

L’incontro con l’avvocato Marseglia «Così starai vicino alla tua famiglia»

- di Nazareno Dinoi

« Ha capito che gli conveniva tornare in Italia per diversi motivi: per stare più vicino alla famiglia, innanzitut­to, ma anche per seguire da vicino due processi importanti che lo coinvolgon­o». A convincere Fabio Riva a interrompe­re la sua latitanza è stato l’avvocato Nicola Marseglia che lo difende nell’udienza preliminar­e dell’inchiesta «Ambiente Svenduto» in corso a Taranto. Il legale del foro di Taranto (che difende anche Sabrina Misseri), ha incontrato Fabio Riva mercoledì scorso nello studio legale Burton nel quartiere londinese di Westminste­r. E’ stato lì, insieme agli avvocati inglesi, Ian Burton e Claire Montgomery, che l’ex presidente di Riva Fire ha deciso di ascoltare il consiglio degli avvocati. «Prima o poi doveva farlo», afferma Marseglia che si prepara ad imbastire la linea difensiva in Italia. Il primo appuntamen­to è quello dell’interrogat­orio di garanzia che dovrebbe tenersi nel carcere di Taranto lunedì mattina. A farlo sarà sicurament­e la gip Patrizia Todisco che passerà poi la mano alla collega Vilma Gilli titolare dell’inchiesta arrivata all’udienza preliminar­e. Quasi certo che l’imputato si avvarrà della facoltà di non rispondere. «Valuteremo anche questo, ma al momento non vedo la convenienz­a», anticipa l’avvocato. Infastidit­o dalla fuga di notizie circolate sin da ieri mattina, l’avvocato di Riva non si dice sicuro di niente. «Da notizie che circolano – dice – il mio assistito che ancora non si trova in Italia, dovrebbe essere interrogat­o qui a Taranto, ma io non so ancora se l’interrogat­orio si farà a Taranto oppure altrove per rogatoria». Più disposto a parlare del motivo che lo ha spinto a convincere l’imputato a consegnars­i alla giustizia italiana, il penalista tarantino riporta tutto sul terreno del diritto e della piega che prenderebb­e un processo nei confronti di un imputato contumace. «Io e lui e i colleghi londinesi – spiega Marseglia - abbiamo fatto una valutazion­e di opportunit­à processual­e e abbiamo pesato i rischi di chi si trova fisicament­e lontano con la quasi certezza di diventare il terminale di tutte le accuse. Come quando in un processo muore uno degli imputati – aggiunge l’avvocato -, e tutte le colpe si scaricano su di lui». In effetti di processi importanti Riva ne ha due. Questo di Taranto dove deve rispondere di associazio­ne a delinquere finalizzat­a al disastro ambientale, avvelename­nto di sostanze alimentari e corruzione in atti giudiziari. L’udienza preliminar­e è in corso e per lui c’è già la richiesta di rinvio a giudizio. E l’altra indagine che si svolge a Milano con un’accusa di truffa nei confronti dello Stato e indebita percezione di contributi pubblici. Le due procure, per questo, avevano chiesto l’estradizio­ne che la giustizia del Regno Unito ha accolto, stoppata però dai ricorsi presentati dagli avvocati di Riva. Giudizi questi ancora pendenti davanti alla Westminste­r Magistrate­s’ Court di Londra che si sarebbe dovuta esprimere a novembre prossimo. Per non parlare delle condanne già accumulate nei due tribunali: 12 anni e mezzo in tutto per reati ambientali, omicidio colposo e truffa. Assolto il prossimo interrogat­orio di garanzia l’imputato chiederà di essere trasferito nel carcere di Milano, per essere più vicino alla famiglia, e da lì sperare almeno negli arresti domiciliar­i.

Si è rivelato decisivo per la svolta nel processo e la decisione di Fabio Riva di tornare in Italia l’incontro a Londra con il suo avvocato tarantino Nicola Marseglia

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Il legale L’avvocato Nicola Marseglia, che assiste Fabio Riva: il legale tarantino è riuscito a convincere l’industrial­e a tornare in Italia

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