Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Candelotti finti vicino al tribunale «Messaggio mafioso»
Scoperti a due passi dall’aula bunker di Bitonto Pochi giorni fa udienza sulla «Società» foggiana
Tre candelotti collegati tra loro e piazzati davanti ad una cabina del gas. Chi ha posizionato la bomba rudimentale all’interno del cortile del Tribunale che ospita l’aula bunker di Bitonto voleva solo lanciare un messaggio mafioso, intimidire.
Nei tubi di acciaio, infatti, non c’era polvere da sparo bensì terreno, ma resta la platealità del gesto e il luogo preso di mira. La criminalità alza il tiro, ieri mattina in via don Luigi Sturzo - a poche centinaia di metri anche dalla stazione dei carabinieri - nell’area del Tribunale dove si celebrano i processi Dda contro i clan baresi e foggiani, casualmente due tecnici dell’Italgas hanno notato la presenza di un pacco sospetto. Hanno avvisato polizia e carabinieri che hanno immediatamente capito che si trattava di una bomba, in quel momento non potevano immaginare che dentro ci fosse solo terra.
E’ stata così isolata un’intera area in attesa dell’arrivo degli artificieri. Nello scatolone, avvolto con il nastro adesivo nero, c’erano tre candelotti collegati l’uno all’altro, il pacco era stato lasciato a ridosso della cabina del gas. Il falso ordigno è stato portato a Bari dove sarà analizzato per individuare eventuali tracce lasciate da chi l’ha confezionato. L’ipotesi investigativa è che si tratti di un gesto dimostrativo e intimidatorio, non è escluso che la finta bomba sia stata piazzata qualche giorno fa, ad esempio il 25 maggio (quando con una telefonata anonima fu segnalato il pericolo di un attentato) o mercoledì scorso quando l’aula bunker di Bitonto ha ospitato un delicato processo contro la mafia foggiana. E’, infatti, in corso l’udienza preliminare nei confronti di alcuni presunti esponenti di spicco della Società foggiana e delle cosche del Gargano arrestati nel luglio del 2013 al termine dell’operazione della Dda ribattezzata «Corona». Personaggi legati ai gruppi Francavilla, Trisciuoglio-Mansueto-Tolonese e Moretti-Pellegrino. L’indagine «Corona» è tra le più importanti tra quelle portate a termine contro la mafia foggiana. Coordinati dalla Dda di Bari e dalla Procura di Foggia, gli investigatori
L’ordigno Tre candelotti collegati tra loro e piazzati davanti ad una cabina del gas