Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
«Io non licenzio» Il manager sceglie le dimissioni
Il presidente della società partecipata lascia l’incarico: «Sono rimasto da solo»
Damiano D’Autilia ha dato le dimissioni dalla carica di amministratore unico di Alba Service, la partecipata della Provincia di Lecce su cui grava la scure dei tagli. D’Autilia: «Mai mi macchierei le mani del loro sangue», ha detto.
Damiano D’Autilia getta la spugna. Con una lettera amara inviata al presidente della Provincia, Antonio Gabellone, ha annunciato le sue dimissioni dalla carica di manager di Alba Service, la partecipata dell’ente di Palazzo dei Celestini su cui si è abbattuta la scure della spending review con effetti che rischiano di diventare drammatici nelle settimane che verranno.
Sembra, infatti, ormai inevitabile l’avvio delle procedure di licenziamento per i 125 lavoratori della società che si occupa di servizi importanti come la manutenzione delle strade e delle scuole. Ma D’Autilia non intende partecipare ai funerali di Alba Service scrivendone il necrologio e condensa in una frase carica di significato il suo rammarico per una situazione che non è riuscito a raddrizzare: «Non mi macchierò le mani col sangue dei lavoratori».
È questo che ha voluto comunicare a Gabellone, lui che afferma di non essersi mai rassegnato all’idea che la società potesse morire asfissiata dalla mancanza di risorse. Ora le dimissioni segnano l’epilogo di un rapporto contrastato con i vertici della Provincia. D’Autilia si sfoga: «Ho creduto di poter portare la società quanto meno ad un periodo di galleggiamento fino alla fine dell’anno, sperando in un riordino dei servizi attraverso la legge regionale di cui si attende il varo. Ma questo mio sforzo si è scontrato con una situazione economico finanziaria pesante. Però, nel corso di questi ultimi mesi ho trovato un muro invalicabile da parte dei dirigenti della Provincia. Questi, forse legittimamente, hanno cercato di salvaguardare le proprie posizioni, nel senso che un dirigente, se non c’è copertura finanziaria per un servizio, non può farci nulla. È chiaro, però, che l’effetto è devastante».
Alba Service ha un bilancio di sei milioni di euro, di cui 4,1 milioni servono per il personale. «La delibera di maggio trasferisce di fatto 1.700.000 euro più iva, cioè soldi che avevo esaurito nello stesso mese», osserva D’Autilia, rammaricandosi per il fatto che se quell’atto fosse stato fatto a gennaio «si sarebbe potuto avviare un percorso di solidarietà».
La strategia del manager era quella di ridurre l’orario di lavoro del 70 per cento per garantire alla società la sopravvivenza fino alla fine dell’anno. Raschiando il fondo del barile, secondo D’Autilia, sarebbe stato possibile risparmiare mezzo milione di euro. Degli altri 500 mila euro necessari per garantire il galleggiamento, secondo i piani del management, si sarebbero dovuto fare carico la Provincia o la Regione. Non è accaduto. «Io credo che il piano sia saltato per soli 500 mila euro » , rimugina Damiano D’Autilia. Nelle settimane scorse gli operai di Alba Service hanno inscenato alcune clamorose proteste, come l’occupazione dei tetti di Palazzo Adorno e l’incatenamento davanti a Palazzo dei Celestini, davanti ai turisti.
Ma se in casa Alba Service aleggia lo spettro di una crisi senza via d’uscita, il bilancio di Stp, la società di trasporti pubblici partecipata da Palazzo dei Celestini, chiude per il terzo anno consecutivo con segno più. L’utile è di circa 16mila euro. Eppure il baratro sembrava vicino nel 2010, quando le perdite toccarono quota 3.800.000 euro. A porre rimedio a quella situazione deficitaria fu il nuovo presidente Luigi Pepe che ha risanato i conti accompagnando la società fuori dalle sabbie mobili.
E ora, come annunciato dallo stesso Pepe, i tempi sono maturi per pensare addirittura a nuove assunzioni.
Gli operai I dipendenti in passato hanno inscenato anche clamorose iniziative di protesta Nella Stp Conti in regola per la Stp Terra d’Otranto. Pronte anche altre assunzioni