Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Il Riesame non assolve Azzollini Parola al Senato
Il Tribunale del Riesame di Bari ha rigettato la richiesta di revoca degli arresti domiciliari per il senatore Antonio Azzollini. La misura cautelare è stata disposta dalla Procura di Trani il 10 giugno scorso nell’ambito dell’indagine del crac della Casa Divina Provvidenza ma non eseguita in attesa della decisione della Giunta del Senato.
Per i giudici del Riesame di Bari il senatore Antonio Azzollini (Ncd), coinvolto nell’inchiesta sul crac della Casa Divina Provvidenza di Bisceglie, va arrestato (ai domiciliari). Il collegio, presieduto dal giudice Francesca La Malfa, ieri pomeriggio, ha rigettato l’istanza di annullamento della misura cautelare, per la quale il gip di Trani aveva inoltrato richiesta di autorizzazione a procedere a Palazzo Madama già il 10 giugno scorso. A questo punto il destino del parlamentare molfettese – indagato per associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta - è nelle mani dei colleghi senatori. Il 7 luglio, alle ore 20, è stata convocata la nuova seduta della giunta per le immunità, durante la quale il presidente Dario Stefàno presenterà la sua proposta circa l’esistenza o meno del “fumus persecutionis” nei confronti di Azzollini ( foto), che sulla questione è stato già sentito due volte e ha depositato anche una dettagliata memoria. La seduta, durante la quale Stefàno avrebbe dovuto formulare la sua proposta, è stata rinviata per due volte nel corso della settimana: dall’1 luglio a ieri, per la necessità di unificare il suo procedimento a quello di Giovanni Bilardi (senatore calabrese di Ncd per il quale è stato chiesto l’arresto nell’ambito dell’inchiesta “Rimborsopoli”); e poi da ieri pomeriggio al 7 luglio, per via della convocazione d’urgenza dei due rami del Parlamento. Martedì prossimo la proposta di Stefàno sarà anche discussa e messa ai voti, per poi essere inoltrata all’Aula di Palazzo Madama per la decisione definitiva. Il termine ultimo per poterla inviare è fissato al 10 luglio. Per Azzollini l’ultima chance in sede giudiziaria rimane, naturalmente, il ricorso per Cassazione. «Ma – spiega il suo legale, Felice Petruzzella – valuteremo dopo la lettura delle motivazioni del provvedimento di rigetto». Ieri, intanto, il Tribunale del Riesame ha anche depositato i provvedimenti sulle altre istanze avanzate dagli arrestati nell’operazione del 10 giugno scorso, che ha coinvolto nove tra ex amministratori, consulenti e dipendenti tutti accusati di associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta. In particolare, ha confermato i domiciliari per la madre superiore Marcella Cesa (ex responsabile legale della congregazione delle Ancelle della Divina Provvidenza, che gestiva l’ospedale) e per suor Consolata Puzzello (già responsabile della Casa di Procura, considerata dagli inquirenti la “cassaforte” dell’ente). Per entrambe l’avvocato Francesco Paolo Sisto aveva sostenuto che non esisteva alcun pericolo di reiterazione del reato, perché la Casa Divina Provvidenza è oggi gestita da un amministratore straordinario di nomina ministeriale. Rigettata anche l’istanza avanzata per Angelo Belsito (che resta ai domiciliari), ritenuto dai magistrati della Procura di Trani il “braccio operativo” di Azzollini all’interno dell’ex ospedale psichiatrico. Ha lasciato invece il carcere per i domiciliari l’ex consulente legale Antonio Battiante; annullati infine gli arresti ai domiciliari di Augusto Toscani.