Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
«Così il governo favorisce la Tap»
La questione finirà all’attenzione della Consulta. Intanto la Regione chiede la revoca dell’autorizzazione Emiliano accusa: impugnata la legge sulla Xylella per facilitare i lavori del gasdotto
Il governo ha bloccato la legge pugliese sulla Xylella per «facilitare la realizzazione della Tap». Michele Emiliano ha usato parole forti in Consiglio regionale per spiegare l’ostinazione del governo nel sostenere l’approdo del gasdotto a Melendugno. Emiliano, nel corso dell’assemblea, ha confermato la richiesta di revoca delle autorizzazioni alla stessa Tap.
BARI Il governo ha bloccato la legge pugliese per «facilitare la realizzazione del gasdotto Tap». Michele Emiliano usa parole forti in Consiglio regionale: per stigmatizzare l’ostinazione con cui Roma sostiene l’approdo del gasdotto a Melendugno, accusa il governo di aver impugnato la legge regionale numero 7 del 2016. È la normativa, proposta dal pd Sergio Blasi, che mira a preservare l’uso agricolo dei suoli colpiti da Xylella e che per questo sono sottoposti a taglio o espianto degli ulivi: a questo scopo la legge impedisce variazioni alla destinazione agricola dei terreni colpiti dal batterio. La legge Blasi, tuttavia, consente delle eccezioni: riguardano le opere pubbliche (come il gasdotto) «prive di alternativa localizzativa» che abbiano percorsi tutti gli iter prescritti dalle norme.
Questo è il punto. La Regione considera quelle procedure incomplete. Dunque, la destinazione agricola dei terreni non si dovrebbe toccare, le opere connesse al gasdotto sarebbero impedite. Senonché, il governo ha impugnato le norme pugliesi e ora la questione dovrà essere risolta dalla Corte costituzionale.
Emiliano, tuttavia, non ha dubbi: l’impugnativa del Consiglio dei ministri, dice, è stata decisa «al precipuo scopo di facilitare la realizzazione del gasdotto». Subito dopo aggiunge un altro particolare di non secondaria importanza nel contrasto con il governo sulla localizzazione dell’approdo (la Regione vorrebbe un altro sito). Il governatore fa sapere di aver inviato al ministero dello Sviluppo economico «una istanza di revoca in autotutela» dell’autorizzazione rilasciata a favore di Tap. È la richiesta di una marcia indietro. «Laddove l’istanza fosse accolta — spiega il presidente della Regione — bisognerebbe ricominciare l’intera procedura. E questo ci consentirebbe di tutelare meglio le ragioni della Puglia».
Ma perché il governatore sollecita il ritiro dell’autorizzazione? Secondo Emiliano, il governo, su tale materia, avrebbe dovuto procedere sulla base della cosiddetta «intesa forte». Una sorta di accordo rafforzato che discende dalle norme in materie e dalla giurisprudenza della Corte costituzionale. «Un vizio — dice il governatore — che lede le competenze della Regione e mina in radice tutta la procedura autorizzativa». E se Roma perseverasse nell’intento, rischierebbe di innescare «una sequenza di atti illegittimi». Il governo ora lo sa e «tutti gli atti che dovesse assumere d’ora in avanti non avrebbero più il valore di errore, ma di consapevole violazione della legge».
Emiliano rende le sue dichiarazioni in Consiglio regionale rispondendo ad un’interrogazione dei consiglieri 5 Stelle. I quali, tuttavia, sono insoddisfatti della risposta. «Emiliano è corresponsabile con Renzi — dicono — visto che l’avevamo avvertito per tempo. E gli avevamo proposto di presentare ricorso al Tar entro il 19 dicembre. Oggi, dopo sette mesi, viene a dirci di aver scoperto il “misfatto”».
Il governatore non replica. Preferisce, dopo i lavori del Consiglio, tuffarsi tra i suoi sostenitori, riuniti a Bari nell’ultima delle «sagre» dedicate alla scrittura della legge sulla partecipazione. «Da questi incontri — dice Emiliano — nasce la bozza che sarà presto portata in giunta regionale». «Si tratta — afferma il governatore — di una rivoluzione del modello: quando c’è da fare una grande opera pubblica impattante, o prendere una decisione di rilievo, è giusto che i cittadini possano esprimersi. E se il politico prende una decisione diversa da quella manifestata dal popolo, deve motivare la sua scelta difforme». Subito dopo aggiunge: «La Puglia fa esattamente il contrario di quanto accade in Italia». È un’espressione che finirà per alimentare lo scontro con Renzi, dopo le punture del premier alla Puglia nel corso della direzione nazionale del Pd. Peraltro, sempre nel corso della sagra, Emiliano è intervenuto sul referendum costituzionale del prossimo autunno. Non dice che voterà no, ma segnala che «io non cambierei le norme della Costituzione e le terrei così come sono». E mentre rimane ferma e costante la tensione con Renzi, il governatore concede un largo riconoscimento alla giunta di Vendola: «Stiamo costruendo una Puglia che somiglierà tanto ai 10 anni dai quali veniamo, tutti positivi». La discontinuità è finita.
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