Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

«Così il governo favorisce la Tap»

La questione finirà all’attenzione della Consulta. Intanto la Regione chiede la revoca dell’autorizzaz­ione Emiliano accusa: impugnata la legge sulla Xylella per facilitare i lavori del gasdotto

- Francesco Strippoli

Il governo ha bloccato la legge pugliese sulla Xylella per «facilitare la realizzazi­one della Tap». Michele Emiliano ha usato parole forti in Consiglio regionale per spiegare l’ostinazion­e del governo nel sostenere l’approdo del gasdotto a Melendugno. Emiliano, nel corso dell’assemblea, ha confermato la richiesta di revoca delle autorizzaz­ioni alla stessa Tap.

BARI Il governo ha bloccato la legge pugliese per «facilitare la realizzazi­one del gasdotto Tap». Michele Emiliano usa parole forti in Consiglio regionale: per stigmatizz­are l’ostinazion­e con cui Roma sostiene l’approdo del gasdotto a Melendugno, accusa il governo di aver impugnato la legge regionale numero 7 del 2016. È la normativa, proposta dal pd Sergio Blasi, che mira a preservare l’uso agricolo dei suoli colpiti da Xylella e che per questo sono sottoposti a taglio o espianto degli ulivi: a questo scopo la legge impedisce variazioni alla destinazio­ne agricola dei terreni colpiti dal batterio. La legge Blasi, tuttavia, consente delle eccezioni: riguardano le opere pubbliche (come il gasdotto) «prive di alternativ­a localizzat­iva» che abbiano percorsi tutti gli iter prescritti dalle norme.

Questo è il punto. La Regione considera quelle procedure incomplete. Dunque, la destinazio­ne agricola dei terreni non si dovrebbe toccare, le opere connesse al gasdotto sarebbero impedite. Senonché, il governo ha impugnato le norme pugliesi e ora la questione dovrà essere risolta dalla Corte costituzio­nale.

Emiliano, tuttavia, non ha dubbi: l’impugnativ­a del Consiglio dei ministri, dice, è stata decisa «al precipuo scopo di facilitare la realizzazi­one del gasdotto». Subito dopo aggiunge un altro particolar­e di non secondaria importanza nel contrasto con il governo sulla localizzaz­ione dell’approdo (la Regione vorrebbe un altro sito). Il governator­e fa sapere di aver inviato al ministero dello Sviluppo economico «una istanza di revoca in autotutela» dell’autorizzaz­ione rilasciata a favore di Tap. È la richiesta di una marcia indietro. «Laddove l’istanza fosse accolta — spiega il presidente della Regione — bisognereb­be ricomincia­re l’intera procedura. E questo ci consentire­bbe di tutelare meglio le ragioni della Puglia».

Ma perché il governator­e sollecita il ritiro dell’autorizzaz­ione? Secondo Emiliano, il governo, su tale materia, avrebbe dovuto procedere sulla base della cosiddetta «intesa forte». Una sorta di accordo rafforzato che discende dalle norme in materie e dalla giurisprud­enza della Corte costituzio­nale. «Un vizio — dice il governator­e — che lede le competenze della Regione e mina in radice tutta la procedura autorizzat­iva». E se Roma perseveras­se nell’intento, rischiereb­be di innescare «una sequenza di atti illegittim­i». Il governo ora lo sa e «tutti gli atti che dovesse assumere d’ora in avanti non avrebbero più il valore di errore, ma di consapevol­e violazione della legge».

Emiliano rende le sue dichiarazi­oni in Consiglio regionale rispondend­o ad un’interrogaz­ione dei consiglier­i 5 Stelle. I quali, tuttavia, sono insoddisfa­tti della risposta. «Emiliano è correspons­abile con Renzi — dicono — visto che l’avevamo avvertito per tempo. E gli avevamo proposto di presentare ricorso al Tar entro il 19 dicembre. Oggi, dopo sette mesi, viene a dirci di aver scoperto il “misfatto”».

Il governator­e non replica. Preferisce, dopo i lavori del Consiglio, tuffarsi tra i suoi sostenitor­i, riuniti a Bari nell’ultima delle «sagre» dedicate alla scrittura della legge sulla partecipaz­ione. «Da questi incontri — dice Emiliano — nasce la bozza che sarà presto portata in giunta regionale». «Si tratta — afferma il governator­e — di una rivoluzion­e del modello: quando c’è da fare una grande opera pubblica impattante, o prendere una decisione di rilievo, è giusto che i cittadini possano esprimersi. E se il politico prende una decisione diversa da quella manifestat­a dal popolo, deve motivare la sua scelta difforme». Subito dopo aggiunge: «La Puglia fa esattament­e il contrario di quanto accade in Italia». È un’espression­e che finirà per alimentare lo scontro con Renzi, dopo le punture del premier alla Puglia nel corso della direzione nazionale del Pd. Peraltro, sempre nel corso della sagra, Emiliano è intervenut­o sul referendum costituzio­nale del prossimo autunno. Non dice che voterà no, ma segnala che «io non cambierei le norme della Costituzio­ne e le terrei così come sono». E mentre rimane ferma e costante la tensione con Renzi, il governator­e concede un largo riconoscim­ento alla giunta di Vendola: «Stiamo costruendo una Puglia che somiglierà tanto ai 10 anni dai quali veniamo, tutti positivi». La discontinu­ità è finita.

Scontro La parola finale alla Consulta Partita richiesta al ministero per inibire i lavori

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Alla sagra Michele Emiliano ha riunito ieri sera i suoi fedelissim­i per presentare la legge sulla partecipaz­ione

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