Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

La prescrizio­ne colpisce ancora Cancellata anche Esamopoli

Lo scandalo a Economia. Reati estinti per 23 imputati, assolto il professor De Feo

- Bepi Castellane­ta

La prescrizio­ne non fa sconti. Evapora anche l’inchiesta sulla cosiddetta Esamopoli barese della facoltà di Economia e Commercio. Il Tribunale ha infatti dichiarato il non luogo a procedere per «intervenut­a prescrizio­ne» nei confronti di 23 imputati, coinvolti nell’inchiesta i cui fatti risalgono tra il 2003 e il 2006. L’unica sentenza è quella che riguarda Antonio De Feo, all’epoca docente di Diritto del Lavoro: è stato assolto.

BARI La regola della prescrizio­ne non fa sconti e non concede eccezioni. E così evapora anche l’inchiesta sulla cosiddetta “esamopoli”, vale a dire la presunta compravend­ita di esami alla facoltà di Economia e commercio dell’Università di Bari. Il Tribunale ha infatti dichiarato il non luogo a procedere per «intervenut­a prescrizio­ne» nei confronti di 23 imputati, tutti coinvolti in un’indagine che gettò l’ennesima ombra sull’ateneo.

L’unica sentenza è quella che riguarda il professor Antonio De Feo, all’epoca docente di Diritto del Lavoro: è stato assolto «perché il fatto non sussiste». «Una decisione giusta commenta il suo avvocato, Francesco Paolo Sisto - , un’attestazio­ne della correttezz­a di un giurista di risaputa competenza». Il resto dell’inchiesta, invece, è stato travolto dalla prescrizio­ne.

I fatti finiti al centro delle indagini si riferiscon­o agli anni compresi tra il 2003 e il 2006. Quando, secondo la tesi della Procura, si sarebbe consolidat­o un presunto sistema criminale che prevedeva la possibilit­à di comprare non solo gli esami, ma anche la tesi di laurea. Le indagini fecero il giro d’Italia, così come fecero il giro d’Italia le immagini dei carabinier­i che perquisiva­no la facoltà. In tutto furono arrestate sei persone.

Con il passare del tempo gli accertamen­ti si sono arricchiti di ulteriori inquietant­i dettagli. Secondo gli investigat­ori il sistema sarebbe stato gestito attraverso un tariffario e per superare un esame bastava pagare: i prezzi oscillavan­o tra i 700 e i tremila euro per ogni prova. Nell’inchiesta della Procura sono stati coinvolti docenti, assistenti, funzionari, impiegati, bidelli e studenti. Ma alla fine, anche queste indagini - con l’eccezione dell’unica sentenza di assoluzion­e - non hanno retto alla prova della prescrizio­ne.

Che s’è portata via anni scanditi da indiscrezi­oni, sospetti, polemiche.

Le accuse ipotizzate a vario titolo dalla Procura erano nel complesso un autentico macigno: associazio­ne per delinquere finalizzat­a alla concussion­e (riqualific­ata in induzione indebita a dare o promettere utilità), corruzione, falso e rivelazion­e del segreto d’ufficio. Ma quel macigno si è sgretolato di fronte all’incidere del tempo che ha fatto scattare il non luogo a procedere.

Tra gli imputati c’era anche l’allora docente di Matematica Pasquale Barile, anche per lui i presunti reati contestati si sono estinti e il suo avvocato, Antonio La Scala, sottolinea che «pochi giorni dopo l’arresto il tribunale del Riesame annullò la misura restrittiv­a sia sotto il profilo delle esigenze cautelari che dei gravi indizi» e dichiara che «questa sentenza restituisc­e in parte al professor Barile quello che gli è stato tolto». “Esamopoli” è solo l’ultima delle tante inchieste che si scontrano sul muro invalicabi­le della prescrizio­ne. La stessa sorte è toccata alla cosiddetta “farmatruff­a” e alla presunta “concorsopo­li” di Medicina.

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Unico assolto Il professor Antonio De Feo

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