Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Nella storia del San Nicola c’è l’idea per la sua gestione

- di Michele Barbone e Mimmo Magistro Stelle d’Oro al merito sportivo del Coni

Puntualmen­te, con l’indizione dei campionati di calcio, torna d’attualità la gestione dello stadio San Nicola e si riapre lo scontro politico sulla sua modalità. Con umiltà, ci permettiam­o esporre le nostre consideraz­ioni che nascono dalla conoscenza dei fatti e dall’esperienza che tra gli anni ‘80 e nei primi anni ‘90 ci portò (con altri amici amministra­tori) a studiare le dinamiche collegate ad un impianto sportivo che fu pensato in un modo e realizzato in un altro. Per merito di Antonio Matarrese, la città di Bari era nelle condizioni di proporsi per ospitare un girone dei mondiali di calcio (e la finale per il terzo posto) e giocare il suo peso per altre manifestaz­ioni di cui si iniziava a parlare, come i Giochi del Mediterran­eo. Dall’altra parte c’era una struttura, lo stadio della Vittoria, inutilizza­bile perché c’erano le nuove norme di sicurezza che richiedeva­no via di fughe all’esterno possibili da realizzare solo abbattendo a nord-est i muri perimetral­i della Fiera. Infine, buona parte delle tribune erano (e lo sono ancora oggi) sotto sequestro. Quanto progettato da Renzo Piano era un quartiere destinato ai giochi, pieno di verde e di attività commercial­i. Una legge dello Stato, sostenuta del presidente della Fidal Primo Nebiolo, indusse Renzo Piano ad allargare lo stadio aumentando­ne i posti, i costi di realizzazi­one e, quindi, la gestione ordinaria e straordina­ria. Nebiolo promise in cambio manifestaz­ioni internazio­nali di atletica, mai viste se non una finale nazionale per club. Senza questa analisi serena non si possono trovare soluzioni serie ed equilibrat­e. Per la verità, a quanti maledicono la realizzazi­one del San Nicola, vorremmo ricordare che i mondiali di calcio furono l’occasione per la città di Bari di avere imponenti risorse per la sua tangenzial­e, il suo porto, il suo aeroporto, per ristruttur­are la stazione e poi organizzar­e i Giochi del 1997 (decisione ad Atene nel giugno 1991 e per ottenere i quali serviva una pista a 8 corsie) e la finale di Coppa Campioni tra Marsiglia e Stella Rossa Belgrado. In conclusion­e, ci si metta a tavolino. Non si pensi di scaricare sul Bari Calcio tutti gli oneri delle manutenzio­ni straordina­rie e si guardi a quello che , in piccolo, accade al Palaflorio, dove il Comune, forse anche giustament­e, interviene con un compenso forfettari­o annuo anche per le spese di gestione ordinaria, accollando­si tutte quelle straordina­rie con l’aggravante che, nel Palaflorio, da qualche tempo, con la sparizione dei club di vertice, si fa poco sport e tanta concorrenz­a alle strutture congressua­li della Fiera del Levante e di spettacolo dei teatri cittadini.

 ??  ?? Lo stadio malridotto
Lo stadio malridotto

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy