Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
«La filosofia può salvare l’Europa in crisi»
Roberto Esposito, tra i massimi filosofi italiani, docente di filosofia teoretica alla Normale di Pisa, ospite del dibattito ci aiuta a tratteggiare lo scenario in cui inserire Il fenomeno delle migrazioni, divenuto un problema politico nodale per l’Europa, per il suo destino, e per la sua stessa identità.
Professore come si caratterizza oggi la globalizzazione?
«Qualche anno fa con l’avanzare della globalizzazione, il mondo è apparso come un tutt’uno ed è sembrato che non ci fosse più un fuori, che fosse tutto dentro. Le cose sono andate diversamente, intanto la globalizzazione è partita male, con degli squilibri tali che il fuori resta fuori, sia quello violento dal volto minaccioso, del terrorismo, sia quello sofferente dei migranti, che, esclusi dai benefici dell’Occidente, battono alle porte del dentro».
Molte di queste riflessioni sono alla base del suo saggio ”Da fuori”, appunto, edito da Einuadi. Qual è la tesi del libro?
«Nel libro i temi si legano alle ragioni della filosofia, che entrata in crisi nel Novecento ha cercato le sue risposte uscendo dall’Europa, individuando un’esteriorità. Il fuori del resto è un elemento fondamentale anche per il pensiero altrimenti verrebbe meno la differenza. In termini filosofici, Hegel, parlerebbe di negativo».
“Da fuori” ha come sottotitolo, “una filosofia per l’Europa”. Se la politica non è riuscita a salvare l’Europa può farcela la filosofia?
«La politica non è riuscita a costruire un’Europa possibile e i segni più eclatanti sono nella Brexit. Il pensiero ha una capacità creativa e allora una filosofia per l’Europa ha questo significato: cambiare nettamente sguardo. Il rapporto tra vecchio continente e filosofia è originario, e nasce in un territorio che non ha frontiere naturali. In altre parole l’Europa ha dovuto pensare il suo fuori».