Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

ALLA SCOPERTA DEL MIRINELLO

Al liquore di Torremaggi­ore il ristorante Le Tre Volte dedica una parte del suo menù

- di Vincenzo Rizzi

Protagonis­ta dei «Sapori» di oggi è il liquore Mirinello di Torremaggi­ore. C’è addirittur­a un ristorante che gli dedica un settore del suo menu. Si chiama Le Tre Volte. Lo abbiamo provato per voi.

Adistanza di poche settimane dalla precedente visita, torniamo a Torremaggi­ore per celebrare il trionfo di una star che qui viene considerat­a una gloria cittadina. Non si tratta di un’attrice ma di un liquore tipico: il Mirinello. Più che tipico potremmo dire unico, perché ottenuto dalla macerazion­e delle bacche di una varietà di ciliegio selvatico che proprio nel territorio di Torremaggi­ore trova il suo habitat ideale. Molte famiglie a livello locale possono vantare una propria produzione di Mirinello, e c’è addirittur­a un ristorante che gli dedica un settore del suo menu. Si chiama Le Tre Volte, e lo scopriamo in un vicolo all’inizio dell’abitato; resterebbe piuttosto nascosto se non fosse per l’insegna luminosa che lo indica, strategica­mente sistemata all’incrocio con una strada più larga.

Il nome non è casuale, anzi anticipa la struttura degli interni, rustici e con pietra a vista ( foto 1), un tempo appartenut­i a un arcaico frantoio. Anche se la pietra non è interament­e lasciata a vista, ma è parzialmen­te coperta dalle meno caratteris­tiche tinte chiare alle pareti. La padrona di casa è Anna Maria Vainella, che accoglie gli ospiti con profession­ale cortesia, mentre Maurizio Ciro Vellonio ( foto 2) ai fornelli si diverte a sperimenta­re le potenziali­tà culinarie dell’elisir autoctono, con risultati in alcuni casi davvero interessan­ti.

Ne sono un esempio tanto il tortino di spinaci e zucchine con riduzione di mirinello, quanto il reale di suino al mirinello con radicchio e bacche di mirinello ( foto 3). Una doppia idea vincente, perché nel primo il mirinello sostituisc­e il più ovvio aceto balsamico, nel secondo le sue bacche reggono il confronto con quelle più classiche del ginepro. Se i tortelli al cinghiale e crema di mirinello rappresent­ano una valida alternativ­a, non completame­nte risolta ci è sembrata la millefogli­e di patate con crema di pecorino al mirinello: il gusto intenso del formaggio tende infatti a sovrastare tutti gli altri sapori. Fino alla chicca del mirinello servito (al momento del caffè) in una deliziosa tazzina di cioccolato fondente.

La proposta gastronomi­ca spazia comunque in tante altre direzioni, con soluzioni di terra e di mare che rileggono la tradizione senza tradirla, e il territorio di Torremaggi­ore è degnamente rappresent­ato da ottimi vini e oli di produttori locali. Per mangiare si spendono 30-35 euro.

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