Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
ALLA SCOPERTA DEL MIRINELLO
Al liquore di Torremaggiore il ristorante Le Tre Volte dedica una parte del suo menù
Protagonista dei «Sapori» di oggi è il liquore Mirinello di Torremaggiore. C’è addirittura un ristorante che gli dedica un settore del suo menu. Si chiama Le Tre Volte. Lo abbiamo provato per voi.
Adistanza di poche settimane dalla precedente visita, torniamo a Torremaggiore per celebrare il trionfo di una star che qui viene considerata una gloria cittadina. Non si tratta di un’attrice ma di un liquore tipico: il Mirinello. Più che tipico potremmo dire unico, perché ottenuto dalla macerazione delle bacche di una varietà di ciliegio selvatico che proprio nel territorio di Torremaggiore trova il suo habitat ideale. Molte famiglie a livello locale possono vantare una propria produzione di Mirinello, e c’è addirittura un ristorante che gli dedica un settore del suo menu. Si chiama Le Tre Volte, e lo scopriamo in un vicolo all’inizio dell’abitato; resterebbe piuttosto nascosto se non fosse per l’insegna luminosa che lo indica, strategicamente sistemata all’incrocio con una strada più larga.
Il nome non è casuale, anzi anticipa la struttura degli interni, rustici e con pietra a vista ( foto 1), un tempo appartenuti a un arcaico frantoio. Anche se la pietra non è interamente lasciata a vista, ma è parzialmente coperta dalle meno caratteristiche tinte chiare alle pareti. La padrona di casa è Anna Maria Vainella, che accoglie gli ospiti con professionale cortesia, mentre Maurizio Ciro Vellonio ( foto 2) ai fornelli si diverte a sperimentare le potenzialità culinarie dell’elisir autoctono, con risultati in alcuni casi davvero interessanti.
Ne sono un esempio tanto il tortino di spinaci e zucchine con riduzione di mirinello, quanto il reale di suino al mirinello con radicchio e bacche di mirinello ( foto 3). Una doppia idea vincente, perché nel primo il mirinello sostituisce il più ovvio aceto balsamico, nel secondo le sue bacche reggono il confronto con quelle più classiche del ginepro. Se i tortelli al cinghiale e crema di mirinello rappresentano una valida alternativa, non completamente risolta ci è sembrata la millefoglie di patate con crema di pecorino al mirinello: il gusto intenso del formaggio tende infatti a sovrastare tutti gli altri sapori. Fino alla chicca del mirinello servito (al momento del caffè) in una deliziosa tazzina di cioccolato fondente.
La proposta gastronomica spazia comunque in tante altre direzioni, con soluzioni di terra e di mare che rileggono la tradizione senza tradirla, e il territorio di Torremaggiore è degnamente rappresentato da ottimi vini e oli di produttori locali. Per mangiare si spendono 30-35 euro.