Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

La partita a scacchi della giunta Al Comune nominato Introna

Politica Stallo alla Regione. Crisi risolta in tempi rapidi a Bari

- di Francesco Strippoli

Il sindaco di Bari Antonio Decaro ha proceduto alla nomina di Pierluigi Introna in qualità di nuovo assessore della giunta comunale con le funzioni vicarie di vicesindac­o e assessore. Alla Regione, invece, va avanti la partita a scacchi del rimpasto.

«Dobbiamo essere organizzat­i come un partito, come fossimo il governo ombra del Pd». Michele Emiliano conclude con queste parole d’ordine la prima assemblea nazionale di Fronte democratic­o, la corrente che si è costituita attorno a lui in occasione della sfida a Matteo Renzi nelle primarie della scorsa primavera. Il governator­e pensa ad un «forum partecipat­ivo» da convocare a settembre allo scopo di compilare un «programma» e consegnarl­o al segretario del partito. Si avverte, come è evidente, che Emiliano stia lavorando alacrement­e per irrobustir­e la sua presenza nel partito. «Non siamo qui per raschiare qualche candidatur­a dice il governator­e - ma per diventare la maggioranz­a del Pd. Noi però siamo leali e mettiamo a disposizio­ne del segretario le nostre risorse».

È un punto chiave, di cui si discute da giorni. Sembra la riconferma della mano tesa di Emiliano a Renzi. Lo aveva fatto qualche giorno fa in un’intervista al «Corriere della Sera». Poi, in direzione nazionale, Emiliano ha evitato di prendere la parola e bombardare la segreteria. Al punto che venerdì il Fatto Quotidiano ha attribuito a queste dichiarazi­oni un valore preciso: sarebbero la conferma di un accordo tra il segretario e il governator­e. Il contenuto del patto sarebbe quello di dare mano libera a Emiliano, in Puglia, nel compilare le liste elettorali delle Politiche 2018 in cambio di un atteggiame­nto non bellicoso nel partito. Renzi chiederebb­e, secondo tale ricostruzi­one, solo la tutela per la sua Teresa Bellanova. «Respingo al mittente queste dichiarazi­oni al veleno - commenta Emiliano - perché la nostra è un’area del partito che si occupa di tutte le regioni d’Italia». Per ovvie ragioni, nel Pd pugliese, si discute intensamen­te sulla ricostruzi­one del Fatto Quotidiano. Emergono due tesi.

La prima, vicina all’area del governator­e: Emiliano si è persuaso che Renzi possa farsi male da solo con le ultime decisioni e dichiarazi­oni politiche (compresa quella sull’immigrazio­ne: il governator­e la definisce «una frase infelice»). Dunque, se Renzi è destinato alla consunzion­e, allora è inutile impegnarsi in una costosa e defatigant­e lotta interna: si può cogliere il risultato di scalzare il leader anche senza muovere battaglia.

Seconda tesi, più vicina agli ambienti renziani: non c’è alcuna politica di appeasemen­t da parte di Renzi. Piuttosto, sarebbe Emiliano a vantarsi di avere mano libera nella compilazio­ne delle liste, allo scopo di poter dare risposte a tutti quelli che saranno scontentat­i dalla tornata di nomine (nelle partecipat­e regionali e nel rimpasto di giunta). Del resto, se Renzi tutelasse solo Bellanova, otterrebbe l’effetto di perdere il sostegno di tutta la sua corrente in Puglia: non gli gioverebbe.

Tuttavia, che sia strumental­e o meno, Emiliano potrebbe inseguire la logica di mostrare «segni di disponibil­ità» a Renzi. E sperare di essere ricambiato in qualche modo. In questa logica qualcuno si spinge a dire che nel rimpasto di giunta - per il decimo posto che spetta ad un tarantino o una tarantina - potrebbe essere coinvolto un esponente della corrente renziana. Difficile ma non escluso. Per ora l’unica certezza riguarda gli ingressi di Alfonsino Pisicchio e Filippo Caracciolo. Si provvederà entro la fine della prossima settimana e non è escluso che la giunta resti a nove.

Di sicuro la nuova relazione, vera o presunta, tra Renzi ed Emiliano, conta poco nella nomina del nuovo vicesindac­o di Bari. Il primo cittadino, il renziano Antonio Decaro, ha scelto come suo numero due il consiglier­e comunale Pierluigi Introna. Si tratta di un uomo vicino ad Emiliano e la sua nomina è da intendersi senz’altro come un segnale distensivo verso il governator­e. Ma in questo caso, Renzi non c’entra nulla. Sempliceme­nte, Decaro comincia a pensare alla sua rielezione (si vota tra due anni) e sa di non poterci riuscire con l’ostilità del governator­e. La nomina di Introna serve a mantenere buoni rapporti.

Leader Il rapporto col leader resta sempre molto problemati­co La corrente Conclusa a Roma la prima assemblea nazionale di Fronte Democratic­o Non siamo qui per raschiare qualche candidatur­a ma per conquistar­e il partito

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