Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
La sua donna integralista, dalla pasta ripiena alla cintura esplosiva
Voleva farla diventare una vedova nera, una «shahidka», con una cintura esplosiva sotto l’abito tradizionale islamico. Il presunto terrorista ceceno Eli Bombataliev, 38 anni, aveva indottrinato la moglie, Marina Kachmazova, di undici anni più grande. La donna era innamorata e si sentiva realizzata dall’aver assimilato una versione integralista dell’Islam. Si diceva pronta a seguirlo nella crociata, ma ammetteva anche le sue debolezze, non era poi così convinta di sacrificare la sua vita per il terrore e, per questo tentennava: «Visto che hai un’altra moglie, che si sacrifichi prima». Lusingava il jihadista con promesse culinarie: «ti preparo la pasta ripiena», diceva.
Voleva farla diventare una vedova nera, una «shahidka», con una cintura esplosiva sotto l’abito tradizionale islamico, obbligandola allo stesso destino delle donne-kamikaze saltate in aria nella scuola di Beslan nel 2004. Il terrorista ceceno Eli Bombataliev, 38 anni, aveva indottrinato la moglie, Marina Kachmazova, di undici anni più grande. La donna era innamorata e si sentiva realizzata dall’aver assimilato una versione integralista dell’Islam, nonostante alcune sue amiche non la riconoscessero più. Si diceva pronta a seguirlo nella crociata, ma ammetteva anche le sue debolezze, non era poi così convinta di sacrificare la sua vita per il terrore e, per questo tentennava: «Visto che hai un’altra moglie, che si sacrifichi prima». Come tutte le donne aspirava ad una vita familiare normale («io non capisco questa cosa perché dobbiamo stare lontani perché non possiamo stare insieme come le persone normali? (…) ma a te non interessa cosa fa tua moglie in tua assenza?», lusingava il jihadista con promesse culinarie («ti preparo la pasta ripiena»), ma subiva la visione fanatica di Bombataliev: «Oggi che ci sto, sono con te, ma se domani mi devono chiamare per offrire me stesso lo devo fare per forza».
Marina, seconda moglie, voleva essere la prediletta, ma il ceceno la invitava a scelte religiose ancora più «operative»: «Per essere prima, devi impegnarti molto, non solo a parole ma anche nei fatti, così Allah ti dà la chance». Poi la incalzava così: «Non c’è più tempo… è il momento di Jihad...e per questo dico io combatti per Allah e basta». Bombataliev, inoltre, odiava i russi e le descriveva questa condizione dei musulmani in Cecenia: «Cara, vai su YouTube e vedi in quanti così lavorano con gli avvocati e non riescono ad avere nessun risultato… (…) in Georgia... da qualsiasi parte sono incarcerati…». In più le riversava un fiume di retorica anti-occidentale: «Quella bugia che dicono in televisione. Fingono di salvare il mondo... mentre i musulmani sono terroristi... loro... guarda, tutta l’Europa, da dove si procura il gasolio? i diamanti da dove si procurano? da dove? da questi paesi». La donna, infine, gli chiede gli estremi delle parti del Corano più «radicali» («Mi puoi leggere questo versetto») e riceve da Eli una risposta piena di reto- rica: «Il profeta aveva detto che si spargerà molto sangue, il sangue deve spargersi, si sta già spargendo, cioè manca poco». L’ideale di vita del combattente islamista viene sintetizzato con l’elogio del Paradiso dei martiri: «Quello che ti voglio dire, avere un alloggio fisso, avere un lavoro, vivere come altre persone andando a lavorare, tutte queste idee io non le ho mai avute. Come le altre persone che arrivano a massimo massimo 70, massimo massimo 80 anni di vita, per me non esiste. Lì invece è infinita se io oggi non mi farò mancare tutti questi piaceri e un giorno io morirò, non voglio essere perdente. Io lo devo fare, sono consapevole che dopo Allah misericordioso benedirà i miei cari che rimarranno in vita».