Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Il “ladro” silenzioso della vista
Il glaucoma, tra le cause di cecità più frequenti nel mondo, è una malattia dovuta all’aumento della pressione nell’occhio
Il glaucoma è una malattia oculare dovuta a un aumento della pressione all’interno dell’occhio ed è una delle più frequenti cause di cecità nel mondo. Colpisce, infatti, circa il 2% delle persone di età superiore ai 40 anni. La cecità legata al glaucoma si può quasi sempre prevenire, purché la malattia sia diagnosticata e curata tempestivamente. «La maggior parte delle terapie del glaucoma – dichiara il dottor Domenico Porfido, dello Studio L’Abbate a Conversano – mira a ridurre la pressione oculare per raggiungere la“Target IOP ”ossia il livello di pressione intraoculare necessario a prevenire, per ogni paziente, il danno glaucomatoso della testa del nervo ottico e del campo visivo e impedire la progressione del deficit strutturale o funzionale esistente». I criteri da considerare per scegliere la “Target IOP ” sono la morfologia della testa del nervo ottico, la stabilità del campo visivo e le condizioni generali del paziente. «La terapia può essere farmacologica – spiega il dottor Porfido – mediante l’instillazione di colliri da assumere a vita, oppure parachirurgica, con intervento Laser o Iridotomia Yag laser o Trabeculoplastica oppure, ancora, chirurgica, attraverso una trabeculectomia (taglio del trabecolato, che è il canale di fuoriuscita dell’umor acqueo). La prima è la più diffusa – dice lo specialista dello Studio L’Abbate – e quella chirurgica è tendenzialmente adottata solo per i casi più gravi, mentre aumenta lentamente il ricorso al trattamento laser, che spesso sostituisce la terapia medica. Questo è possibile – sottolinea il dottor Porfido – grazie soprattutto a scrupolose ricerche scientifiche, che hanno perfezionato un innovativo trattamento Laser, il Selective Laser trabeculoplasty (SLT), ovvero un laser selettivo di facile utilizzo e indolore, in grado di evitare danni tissutali all’organo visivo». L’SLT ha la caratteristica di poter colpire selettivamente le cellule pigmentate del trabecolato, che è il tessuto spugnoso attraverso il quale il liquido interno all’occhio, l’umore acqueo, defluisce. Questo provoca la dilatazione delle maglie del trabecolato, favorendo così il deflusso dell’umore acqueo. «A differenza della vecchia metodica con argon laser, che sviluppava un notevole danno termico su tale trabecolato, l’SLT non crea danni tissutali ed è per questo eventualmente ripetibile» fa notare il dottor Porfido. «L’SLT – aggiunge lo specialista – è in grado di ridurre il tono oculare di circa il 25-30% ed è quindi sovrapponibile come efficacia ai maggiori farmaci ipotensivi, come betabloccanti e prostaglandine; si può usare sia come terapia di primo approccio, dopo la diagnosi di glaucoma in accordo con le linee guida dell’European Glaucoma Society, sia in sostituzione o in associazione di una terapia con colliri». I glaucomi più adatti al trattamento sono il cronico semplice, il pigmentario e il pseudoesfoliativo. L’SLT, al contrario, non è indicato per i glaucomi ad angolo stretto, nei glaucomi mal formativi e in quelli uveitici o da olio di silicone”. Di glaucoma esistono, infatti, numerose tipologie: nella stragrande maggioranza dei casi si riscontra un aumento della pressione oculare che non ha cause specifiche, determinando l’insorgenza del glaucoma primitivo. Nella scelta della terapia è importante capire non solo lo scopo specifico, ma anche la modalità di funzionamento, gli effetti collaterali e le controindicazioni di ogni singolo farmaco. Esistono molti farmaci antiglaucomatosi validi. «La scelta della terapia – osserva il dottor Porfido – deve tenere conto della qualità di vita, dei costi e della collaborazione ottenibile dal paziente. È molto importante – aggiunge l’esperto –che i farmaci vengano assunti regolarmente, in modo continuativo e non vengano sospesi senza il permesso del medico». Può capitare, infatti, che diano effetti indesiderati dal bruciore e arrossamento oculare fino all’annebbiamento della vista e mal di testa. Alla somministrazione topica di colliri, può seguire un assorbimento sistemico che, in certi casi, interferisce con l’attività cardiorespiratoria, perciò è indispensabile far conoscere al medico oculista i problemi personali di salute e le eventuali altre terapie in corso. I colliri che contengono un betabloccante, per esempio, sono controindicati in pazienti affetti da bradicardia, blocco atrioventricolare o scompenso cardiaco manifesto. Anche i beta-bloccanti, apparentemente cardioselettivi, non devono essere utilizzati nei pazienti affetti da asma o con malattia respiratoria ostruttiva. «La terapia farmacologica, in generale, compromette in parte la superficie oculare ed è caratte- rizzata da una compliance del paziente estremamente bassa» chiarisce il dottor Porfido. «I trattamenti laser a elevata energia – aggiunge – compromettono il trabecolato, mentre l’SLT è meno traumatico per l’occhio e garantisce un’efficacia equivalente ad altri trattamenti con minori implicazioni economiche, di compliance e ripetibilità». L’SLT, infatti, non ha effetti collaterali di cui preoccuparsi; riduce la pressione intraoculare associata al glaucoma, utilizzando brevissimi impulsi di luce a bassa energia per colpire la melanina (o pigmento) presente in certe cellule dell’occhio malato. Per la sua grande efficacia, viene spesso utilizzata come terapia di prima linea o, in alcuni casi, in associazione alla terapia topica. «Le aree del campo visivo perse a causa dei danni provocati al nervo ottico – precisa il dottor Porfido – non possono essere recuperate, in ogni caso, con nessuna delle tre terapie. Qualunque trattamento – chiarisce lo specialista – ha funzione esclusivamente conservativa o preventiva nei confronti di un ulteriore danno della visione ed evita la cecità. Tutte e tre le terapie – dice il dottor Porfido – hanno lo scopo di facilitare il deflusso dell’umor acqueo, dove si è creata un’ostruzione, rimuovendola se c’è, oppure facendola defluire, nei punti in cui questo sia più conveniente. In ogni caso – conclude lo specialista – è importante la diagnosi precoce, perché una progressione anche minima del danno comporta per il paziente un grave peggioramento della vista e, quindi, della qualità di vita».