Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Studiare in masseria, la didattica in 190 siti
Le rete regionale è stata istituita da una legge del 2008 e il numero di adesioni è in crescita Il progetto «Educazione alla campagna amica» ha coinvolto 90 mila bambini e 270 scuole
Ritrovare le proprie radici. È questo bisogno, crescente nella società, a spiegare forse il successo delle masserie didattiche, dove la natura è tornata a fare scuola, in laboratori all’aperto che rieducano i sensi di grandi e piccoli, di turisti, famiglie e scolaresche, a percepire emozioni dimenticate.
Queste antiche dimore rurali, incastonate nel paesaggio pugliese sin dal XIV secolo, circondate da vigneti o uliveti, tante risalenti al 1700 o costruite a cavallo tra il XIX e il XX secolo, sono accomunate da una figura chiave nella storia economica e sociale della Puglia, l’imprenditore agricolo, custode di un patrimonio di conoscenze e tradizioni agroalimentari, e oggi anche una sorta di tutor in varie attività didattiche.
Le rete regionale delle masserie didattiche, istituita da una legge del 2008, oggi conta circa 190 realtà. Il numero di adesioni, peraltro, tende a crescere rapidamente. Iscriversi all’albo non costa nulla. È sufficiente che le strutture abbiano determinati requisiti (tra cui l’accessibilità anche ai diversamente abili). Qui, all’attività produttiva primaria, si è affiancata un’accoglienza didattico-formativa. L’imprenditore agricolo, dopo aver seguito corsi abilitanti riconosciuti dalla Regione e sottoscritto una Carta della qualità, può guidare i propri visitatori e consentire loro di assistere e partecipare a diverse attività, come andare a cavallo, mungere e preparare formaggio e ricotta, preparare pasta fresca con grani antichi o seguire laboratori di miele e marmellate. Alcune masserie offrono anche ristorazione, ospitalità e accoglienza, ossia una vacanza a 360 gradi tra i profumi della macchia mediterranea e quello del pane appena sfornato.
Le masserie didattiche, dunque, si propongono come autentici musei viventi, che raccontano cultura rurale, tradizioni e storia dei luoghi. Ma sono ormai anche un pilastro dell’educazione alimentare. In tanti progetti di sensibilizzazione su cibi sani e stagionalità dei prodotti, infatti, hanno raccolto ampi consensi e grande partecipazione. Lo assicura Rossella Rinaldi, animatore di sviluppo rurale, ideatrice, con Tania Dibenedetto, di «Taste&tour in masseria», consorzio, nato nel 2008, che oggi riunisce quasi un terzo (circa 60) delle masserie didattiche regionali, che promuove con iniziative proprie o in sinergia con la Regione. «Dopo un boom iniziale – spiega Rinaldi – le masserie didattiche avevano risentito dell’impatto negativo della crisi economica. La partecipazione delle scolaresche si era ridotta, pur a fronte di maggiori presenze di turisti, soprattutto in estate e in strutture vicino al mare o con piscina. Ma l’anno scorso c’è stata un’inversione di tendenza: è tornata a crescere anche la partecipazione delle scuole».
Sul fronte del cibo di qualità sono impegnate anche un po’ tutte le organizzazioni degli agricoltori. Coldiretti, ad esempio, con il progetto «Educazione alla campagna amica», ha consentito a circa 90 mila bambini e 270 scuole pugliesi di seguire negli ultimi 10 anni attività didattiche in varie masserie, aiutando sistema scolastico e famiglie a formare i consumatori del futuro e a combattere l’obesità (che in Puglia interessa, secondo il rapporto Osservasalute 2016, il 31,4% dei minori contro il 33% del Sud e quasi il 25% del Paese).
Si è confermato un successo per la rete regionale delle masserie didattiche anche «Masserie sotto le stelle», l’iniziativa,
I requisiti Iscriversi all’albo non costa nulla è sufficiente che le strutture abbiano determinati requisiti tra cui l’accessibilità ai diversamente abili
giunta alla sesta edizione, organizzata dal Dipartimento Agricoltura sviluppo rurale e ambientale della Regione e ospitata nelle masserie iscritte all’albo regionale e aderenti all’evento. Qui, pochi giorni dopo il solstizio d’estate e nel fervore della campagna alle prese con la mietitura, lo scorso primo luglio si sono tenuti, dalle 18 in poi, alle ultime luci del tramonto e poi sotto il chiarore delle stelle, laboratori didattici, danze, canti e degustazioni. Il tutto all’insegna della ospitalità e sostenibilità.