Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Albanesi all’estero con l’assegno sociale Truffa da mezzo milione, 36 indagati
Intascavano l’indennità senza averne diritto. Coinvolti 18 centri di assistenza fiscale
Erano in Albania ma firmavano la richiesta di assegno sociale in un Caf pugliese. Non possedendo, nessuno di loro, il dono dell’ubiquità, i finanzieri hanno deciso di vederci chiaro. È bastato un controllo incrociato con i dati dell’Inps per scoprire una truffa da oltre 500 mila euro ai danni proprio dell’Istituto di previdenza. Sono 18 i Centri di assistenza fiscale coinvolti e 36 le persone denunciate per i reati di truffa e falso.
L’operazione è stata denominata - non a caso - «Benefit».
Le verifiche La Finanza ha accertato che le istanze erano state presentate da persone all’estero
Perché proprio di benefit, dell’entità di cifre comprese tra i 450 e i 600 euro mensili, avrebbero goduto diverse decine di albanesi over 65 regolarmente residenti in Italia, per un totale di un’ottantina di casi finora accertati. Il contributo di assistenza sociale sarebbe stato loro erogato anche quando non si trovavano in Italia, e per legge non ne avevano il diritto, o in assenza della dichiarazione del permanere dei requisiti che davano loro diritto a incassare il contributo. Proprio gli impiegati dei Caf avrebbero inviato per via telematica la documentazione all’Inps quando i benefidichiarazioni ciari non si trovavano nemmeno in Italia.
L’operazione dei finanzieri del Gruppo pronto impiego si riferisce agli anni 2016-2017, gli accertamenti hanno riguardano 18 Caf dei Comuni di Adelfia, Bari, Bitetto, Bitritto, Capurso, Casamassima, Cassano, Conversano, Gioia del Colle, Locorotondo, Mola di Bari, Monopoli, Palo del Colle, Ruvo, Sannicandro, Terlizzi, Turi e Valenzano. I procedimenti giudiziari sono nelle mani dei magistrati di Bari e Trani. «Gli operatori dei Centri di assistenza fiscale — spiega il tenente colonnello Massimo Battaglino — attraverso false attestavano, fittiziamente, la presenza sul territorio italiano dei cittadini extracomunitari, garantendogli il diritto all’assegno sociale». In seguito a una segnalazione, i finanzieri hanno avviato una serie di accertamenti presso gli uffici dell’Inps e presso gli uffici doganali per verificare gli spostamenti degli albanesi beneficiari dei sussidi sociali. Le anomalie nelle comunicazioni originate dai Caf e dirette agli uffici previdenziali competenti sono subito saltate agli occhi degli investigatori, perché nelle date in cui gli operatori attestavano la presentazione delle dichiarazioni, sottoscritte dagli interessati stessi, i soggetti in realtà si trovavano all’estero. Una volta scoperta la truffa è stato immediatamente revocato il sussidio sociale percepito indebitamente per più di un anno.
«È stata anche chiesta la restituzione delle somme — aggiunge Battaglino —, che torneranno ora nelle casse dello Stato italiano e che, soprattutto, non saranno più erogate a persone che non ne hanno i requisiti o il diritto».