Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
UNA GIUNTA NUOVA MA PIU’ EFFICACE
Non sarà tra le priorità dei pugliesi, ma molti si chiedono come sia l’Emiliano 2, ossia la giunta regionale venuta fuori dopo la fase di rimpasto. Vediamo i numeri. Le cifre ci dicono che l’esecutivo è completo, essendo passato da nove componenti ai dieci consentiti dallo Statuto. È un fatto positivo. Sono usciti due assessori (Giannini e Santorsola) e ne sono entrati tre (Mazzarano, Caracciolo e Pisicchio). Noi a Sinistra perde un assessore, il Pd ne acquisisce uno in più. Con Pisicchio guadagna un posto la civica che porta il nome del governatore. Le donne restano due, mentre rimane a bocca asciutta il gruppo di Mdp. Questo è motivo di scontento e potrebbe portare inquietudine nella maggioranza: un fatto negativo. Mdp, in verità, contesta il metodo: sostiene che prima dei nomi si dovessero esaminare i punti critici (sanità, xylella e trasporti) e solo più tardi innestare la giunta con nuove figure al fine di migliorarne le prestazioni. L’osservazione è fondata. Emiliano ha evitato l’analisi e preferito intervenire sui nomi, anche per l’accelerazione causata dal caso Giannini, indagato e dimissionario. Quanto agli ingressi, il governatore doveva rendere merito a coloro che l’hanno sostenuto nelle primarie del Pd (Caracciolo e Pisicchio) e dare un assessore a Taranto (Mazzarano). Resta la domanda: è una giunta migliore o peggiore della precedente? A prima vista, dovrebbe risultare più efficace. Per due ragioni. La prima è che l’Emiliano 2 arriva dopo il faticoso rodaggio toccato al primo esecutivo, composto da diversi neofiti. Dunque dovrebbe marciare più spedito. Vero è che anche i tre entranti dovranno sottoporsi ad apprendistato. Ma, in compenso, si tratta di figure dalla provata esperienza politica: una caratteristica che li potrà aiutare nella relazione non sempre fluida con il rispettivo capo di dipartimento. Si tratta di quella figura apicale della burocrazia regionale (sei in tutto) che nella prospettiva di Emiliano vale quanto un assessore e talvolta di più. E che, soprattutto, risponde politicamente più al presidente che al singolo assessore. Con l’effetto, noto, di creare un ingorgo di decisioni nelle mani di Emiliano. Ebbene, i nuovi assessori possono vantare tre punti: denunciano la loro sintonia col governatore; sono politicamente attrezzati per affrontare eventuali divergenze con i direttori di dipartimento; sono in grado di esercitare atti di persuasione su Emiliano senza subirne acriticamente le direttive. Per di più, gli altri assessori hanno accumulato una discreta esperienza ed è rientrato il dissenso del vice presidente Nunziante. Ora si tratta di vederli all’opera. Mdp ha ragione, si sono accumulate diverse urgenze: vanno affrontate con risoluta determinazione. Prima che sia tardi.