Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Il cinema formato docufilm nella serata finale di Specchia

Stasera, con un programma denso, chiude i battenti il festival internazio­nale di Specchia Dopo il successo di «I’m not your negro» finale con l’anteprima di «We, the workers»

- di Nicola Signorile

«Mostri, miracoli, meraviglie». Una triade immaginifi­ca intorno alla quale si dipana uno dei migliori festival in circolazio­ne, o meglio Festa come si autodefini­sce

Cinema del reale, realtà che riesce ad essere al contempo profondame­nte radicata nel suo territorio – il piccolo borgo salentino di Specchia – e proiettata oltre i confini nazionali, ospitando da ben 14 anni opere e autori di estremo interesse per tematiche e sguardi spesso obliqui. Oggi si chiude la Festa, ideata da Big Sur e diretta dal filmaker Paolo Pisanelli dopo quattro giorni zeppi di proiezioni sui due schermi (si è aggiunto allo storico di Castello Risolo, lo schermo «pazzo» con licenza di valicare limiti di formato e visione in piazzetta Sant’Oronzo), di eventi speciali, mostre, installazi­oni, performanc­e artistiche e musicali, dj-set e tanti laboratori, dall’Animazione cromatica di Mirco Santi alle masterclas­s intitolate «Prima del film» e «Racconti del Sud», tenute rispettiva­mente dal regista Leonardo Di Costanzo e dal documentar­ista Marcello Anselmo. Fondamenta­li alcuni momenti della kermesse in via di conclusion­e, in primis l’anteprima italiana di We, the workers del regista cinese Huang Wenhai, uno sguardo necessario e dissidente sulla condizione dei diritti dei lavoratori sul Sud della Cina, «la più grande fabbrica del mondo». Specchia, le sale del Castello Risolo, piazze, magazzini, corti e palazzi nobiliari, hanno ancora una volta indossato i panni di un laboratori­o di scambi creativi, informale ed allergico alle etichette. Ad Ohad Naharin, uno dei coreografi più innovativi al mondo, conosciuto per aver creato il linguaggio di movimento corporeo chiamato «gaga» è dedicato Mr Gaga, docufilm dell’israeliano Tomer Heymann, altra presenza di prestigio dell’edizione 2017. Giornate scandite dalle Poetiche Pratiche al mattino moderate da Pisanelli e Cecilia Mangini, pioniera del documentar­io italiano e colonna portante di Cinema del Reale, le Meraviglie al tramonto con la musica sulla terrazza del Castello e le proiezioni in serata. Cinema del Reale si è aperto a partnershi­p prestigios­e con l’Archivio Docufest di Prizren, Diritti a Todi-Human Rights Internatio­nal Film festival, Fajr Internatio­nal Film Festival e Wanted-Cinema Ricercato che ha portato a Specchia,tra gli altri, I’m not your

negro di Raoul Peck, una delle rivelazion­i della stagione cinematogr­afica, opera vista in apertura di Festa che ripercorre la questione razziale negli States toccando le vite e gli assassini di Malcom X, Martir Luther King Junior e Medgar Evers. Giornata odierna di chiusura all’altezza del resto, aperta da un momento di incontro tra direttori di festival e operatori culturali della Rete dei Festival, promossa dalla Regione Puglia, intitolato: «A che serve un festival?». Poi sarà la volta di un talento nostrano come Laura Viezzioli, autrice de La natura delle cose, un film atteso e importante che restituisc­e un intenso ritratto di Angelo, malato di sla e, sullo schermo pazzo, delle proiezioni, tra gli altri, di Refugee

Era e de La Torta in cielo di Lino Del Fra, sceneggiat­o da Cecilia Mangini e interpreta­to dal compianto Paolo Villaggio. Come di consueto si chiude con la Festa nella Festa con Andrea Mi, Bonbooze e Pierpaolo Leo per la sonorizzaz­ione dell’alba. Festosa propaggine sarà il 31 luglio al Castello Volante di Corigliano con la «Festa d’Estate per Cecilia»: una serata per celebrare la più importante autrice del documentar­io italiano, madrina di Festa di Cinema del reale.

A corredo Nell’ultima giornata in agenda musica sulle terrazze, dj set, incontri e nuove proiezioni

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 ??  ?? Bianco e nero Una scena di «I’m not your negro», il docufilm di Raoul Peck che è stato uno delle rivelazion­i dell’ultima stagione al cinema per i suoi contenuti sociali
Bianco e nero Una scena di «I’m not your negro», il docufilm di Raoul Peck che è stato uno delle rivelazion­i dell’ultima stagione al cinema per i suoi contenuti sociali

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