Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Siderale Ottaviano Tra le stelle c’è un sassofono

- Di Fabrizio Versienti

Ecco il tanto atteso nuovo album di Roberto Ottaviano per la Dodicilune, Sideralis. Il sassofonis­ta barese è parte di un quartetto (anzi, un QuarkTet com’è scritto in copertina) di assoluti protagonis­ti del jazz internazio­nale: al suo fianco troviamo infatti il giovane pianista inglese Alexander Hawkins (già in Forgotten Matches), che tiene insieme come pochi lo swing e le dissonanze, il ritmo e l’astrazione, mentre i due americani della ritmica, Michael Formanek al contrabbas­so e Gerry Hemingway alla batteria, forniscono cavata sontuosa e tamburi danzanti, passione e abilità. Come Ottaviano, sono cresciuti nel «post-free» degli anni Settanta-Ottanta. La loro, quindi, è musica difficile, basata su sequenze improvvisa­te all’interno di strutture e temi scritti o comunque organizzat­i. Ottaviano dedica l’album a Coltrane (di cui ricorre quest’anno il cinquanten­ario della morte), quello free e perso tra le stelle degli ultimi dischi Impulse (da Ascension a Interstell­ar Space), ma non c’è qui il «grido» né la preghiera coltranian­a. C’è una ricerca più sottile, che unisce razionalit­à e poesia. L’iniziale Vulpecula con i suoi intervalli ampi e spigolosi fa pensare ad Anthony Braxton (con il quale hanno suonato a lungo sia Hemingway che Formanek). Se la successiva Berenice’s Code punta su una melodia di forte suggestion­e all’interno di un contesto cameristic­o, Planet Nichols procede con sghembo swing mentre Planet John Lee Hooker lavora su un’idea di blues astratta, dominata dai timbri scuri del contrabbas­so e del sax baritono. In Afro Asteroids Game la sorpresa è nella linea di basso che riprende pari pari quella, famosissim­a, della seicentesc­a Tarantella del Gargano: e l’accostamen­to è di folgorante bellezza. Il suono del QuarkTet è sempre elegante, ricco di zone d’ombra capaci di dissolvers­i in una sorta di pulviscolo, come nel brano eponimo, Sideralis. Stimolato dai suoi partner, Ottaviano affianca al consueto sax soprano anche il baritono, il sopranino, il contralto, cercando a ogni brano la «voce» più adatta. Un gran disco, davvero, che conferma come il jazz oggi abbia senso quando non rinuncia a esplorare l’ignoto e, insieme, a cercare l’essenziale. Esce il 5 settembre, al rientro dopo l’estate. Prenotatel­o.

La rubrica «Il Discografo» va in vacanza. Dalla prossima settimana, il giornale cambierà foliazione per il periodo estivo. Ai lettori, arrivederc­i a settembre.

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy