Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Pane, pomodoro e sale per un viaggio nel tempo
Il senso di appartenenza a una comunità, il sentirsi tutti stattaruli: questo aleggiava tangibilmente nella serata di gala organizzata per la prima proiezione di Acquasèle, un film dell’autore e regista Adeo Ostillio. Oltre mille persone hanno affollato la Biopiazza di Statte dove è stato allestito un cinema all’aperto, proprio come quelli che, in modo molto più spartano, un tempo si organizzavano in estate nei paesi pugliesi per proiettare vecchi film in bianco e nero. Una sensazione da “Nuovo cinema paradiso” rafforzata dalla visione di Acquasèle, pellicola girata in gran parte in bianco e nero per trasportare lo spettatore nell’atmosfera dell’immediato dopoguerra, dal 1945 al 1947, il periodo in cui è ambientato il film.
Acquasèle narra le vicende di una famiglia del popolo stattarulo, una storia di estrema povertà: erano tempi difficili in cui l’acquasèle, il pane raffermo bagnato e condito con pomodoro e sale, rappresentava la principale forma di sostentamento per molte famiglie. Eppure Acquasèle mostra una famiglia coesa in cui, tra mille stenti, c’è tanta solidarietà e affetto, c’è un rispetto profondo per il padre che ogni giorno si spacca la schiena in una cava per un misero salario. Protagoniste sono due donne: Rosarietta (Graziana Alfarano), la figlia maggiore costretta a lavorare per aiutare il magro bilancio familiare, che nel film diventa donna scoprendo l’amore, e la madre Cenzina (Valeria Iacobino) che ogni giorno deve «industriarsi» per sfamare la famiglia con l’acquasèle.
Nel film hanno recitato tutti attori non professionisti, cittadini alla loro prima esperienza cinematografica, tra l’altro gran parte dei dialoghi sono rigorosamente in vernacolo stattarule; gli attori, inoltre, hanno indossato vestiti originali dell’epoca. Imponente il cast di Acquasèle nella cui produzione sono state coinvolte, a vario titolo, circa 180 persone tra attori protagonisti, caratteristi, comparse, nonché tecnici e macchinisti.
Le riprese del film sono durate tre anni. I personaggi del film si muovono in un grande affresco che mostra la Statte dell’immediato dopoguerra, anche con due flash back riferiti a episodi storici precedenti. Acquasèle, infatti, è impreziosito da una attenta ricostruzione di usi e costumi dell’epoca, nonché dalla fedele riproduzione degli interni e degli esterni in cui sono state effettuate le riprese. Adeo Ostillio, medico prestato alla cinematografia, si è cimentato con passione e amore nella realizzazione di questa pellicola, della durata di 91 minuti, di cui ha curato con competenza e professionalità tutti gli aspetti della produzione.