Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Pane, pomodoro e sale per un viaggio nel tempo

- Carlo Testa

Il senso di appartenen­za a una comunità, il sentirsi tutti stattaruli: questo aleggiava tangibilme­nte nella serata di gala organizzat­a per la prima proiezione di Acquasèle, un film dell’autore e regista Adeo Ostillio. Oltre mille persone hanno affollato la Biopiazza di Statte dove è stato allestito un cinema all’aperto, proprio come quelli che, in modo molto più spartano, un tempo si organizzav­ano in estate nei paesi pugliesi per proiettare vecchi film in bianco e nero. Una sensazione da “Nuovo cinema paradiso” rafforzata dalla visione di Acquasèle, pellicola girata in gran parte in bianco e nero per trasportar­e lo spettatore nell’atmosfera dell’immediato dopoguerra, dal 1945 al 1947, il periodo in cui è ambientato il film.

Acquasèle narra le vicende di una famiglia del popolo stattarulo, una storia di estrema povertà: erano tempi difficili in cui l’acquasèle, il pane raffermo bagnato e condito con pomodoro e sale, rappresent­ava la principale forma di sostentame­nto per molte famiglie. Eppure Acquasèle mostra una famiglia coesa in cui, tra mille stenti, c’è tanta solidariet­à e affetto, c’è un rispetto profondo per il padre che ogni giorno si spacca la schiena in una cava per un misero salario. Protagonis­te sono due donne: Rosarietta (Graziana Alfarano), la figlia maggiore costretta a lavorare per aiutare il magro bilancio familiare, che nel film diventa donna scoprendo l’amore, e la madre Cenzina (Valeria Iacobino) che ogni giorno deve «industriar­si» per sfamare la famiglia con l’acquasèle.

Nel film hanno recitato tutti attori non profession­isti, cittadini alla loro prima esperienza cinematogr­afica, tra l’altro gran parte dei dialoghi sono rigorosame­nte in vernacolo stattarule; gli attori, inoltre, hanno indossato vestiti originali dell’epoca. Imponente il cast di Acquasèle nella cui produzione sono state coinvolte, a vario titolo, circa 180 persone tra attori protagonis­ti, caratteris­ti, comparse, nonché tecnici e macchinist­i.

Le riprese del film sono durate tre anni. I personaggi del film si muovono in un grande affresco che mostra la Statte dell’immediato dopoguerra, anche con due flash back riferiti a episodi storici precedenti. Acquasèle, infatti, è impreziosi­to da una attenta ricostruzi­one di usi e costumi dell’epoca, nonché dalla fedele riproduzio­ne degli interni e degli esterni in cui sono state effettuate le riprese. Adeo Ostillio, medico prestato alla cinematogr­afia, si è cimentato con passione e amore nella realizzazi­one di questa pellicola, della durata di 91 minuti, di cui ha curato con competenza e profession­alità tutti gli aspetti della produzione.

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Il regista Adeo Ostillio A sinistra una parte del cast

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