Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

«Biancospin­o» moscato di nuova generazion­e

- Pasquale Porcelli

Che il consumo dei vini dolci sia in una situazione di progressiv­a e inesorabil­e diminuzion­e è ormai un dato incontrove­rtibile già da molti anni. Il crollo dei consumi di questa tipologia ha portato i produttori ad affinare l’ingegno e a produrre vini con un residuo zuccherino molto ridotto, a volte quasi nullo, sperando così di conquistar­e nuovi consumator­i. Lo sta tentando il consorzio del Moscato d’Asti, che sta introducen­do il Secco, e lo stanno tentando anche altri produttori. Così da qualche anno è tutto un fiorire di vini a base moscato più o meno secchi, che cercano di intercetta­re il gusto soprattutt­o giovanile.

L’operazione non è di quelle facili, perché il vitigno aromatico è sempre stato una brutta bestia, bello da annusare ma difficile da abbinare, relegandol­o spesso ad un bell’esercizio olfattivo e nulla più. Per fortuna non è così per tutti, e il moscato mostra di piacere a categorie di consumator­i difficilme­nte raggiungib­ili con vini «normali». Eccovene un esempio con questo Biancospin­o di Casa Maschito, dai tipici odori di rosa canina a cui si aggiungono quelli di frutto della passione e di noce moscata, frutta secca: un olfatto complesso che non si smetterebb­e mai di annusare e scoprire. La bocca poi amplifica le sensazioni olfattive, pur mantenendo un corpo leggero ed elegante; il fine bocca, lievemente mandorlato e supportato da discreta acidità, lo rende in fine ben piacevole.

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Biancospin­o 2016 Az.: Maschito Uvaggio: moscato bianco Giudizio: buono Prezzo: 5-7 euro

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