Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Una giornata benvenuta contro il vilipendio
L'Italia e un paese the non riesce a fare i conti con il proprio passato. Tanto che si tratti di passato prossimo, quanto di passato remoto. Testimonianza ne sono le recenti polemiche sul fascismo e sulle sue vestigia architettoniche, e sulla giornata della memoria delle vittime del risorgimento.
Ho letto con attenzione tutti gli interventi pubblicati che, anche se provenienti da punti di vista eterogenei, trovavano tutti un punto di convergenza sulla opportunità di una adeguata commemorazione delle vittime meridionali per l’Unità d’Italia.
Naturalmente, come è giusto che sia in qualsiasi dibattito, non sono mancate le perplessità di diversa natura. Mi è certamente dispiaciuto leggere di qualcuno che, in maniera probabilmente inconsapevolmente «complottista» (di quel complottismo di cui, ironia della sorte, troppo spesso e ingiustamente si accusa il Movimento 5 Stelle), ha attribuito a questa proposta fini meramente elettoralistici.
La verità sulle origini di questa proposta è in realtà molto più semplice. Prima di essere un’attivista M5S, infatti, io stessa sono stata una cittadina attiva che, nelle associazioni, ha promosso rassegne cinematografiche, dibattiti, studi e presentazioni di libri sul tema del meridionalismo. Ho ascoltato Pino Aprile parlare dei suoi studi addirittura prima che pubblicasse Terroni.
Grazie a questi approfondimenti storici, ormai da circa dieci anni fa ho definitivamente rifiutato i tanti luoghi comuni sui meridionali storicamente «fannulloni», «incapaci» e «culturalmente inferiori». A tali false ragioni culturali ho compreso come fosse dunque necessario sostituire delle ragioni «storiche» ed ho, in prima persona, iniziato ad attivarmi sul mio territorio per diffondere tali informazioni che oggi contribuiscono a giustificare le due velocità a cui viaggiano il Nord e il Sud del Paese. Sono dell’opinione che, una nuova consapevolezza sulle nostre origini, aiuterebbe qualsiasi italiano a riconoscere l’immenso potenziale e ad attribuire il giusto valore alla nostra terra, alla nostra comunità ed al nostro popolo; il passaggio successivo non può che essere quello di attivarsi come cittadini per tutelare il bene comune e promuovere le risorse di cui questo Paese è ricco. Per quanto mi riguarda, proprio in seguito a queste letture, sono diventata una cittadina attiva che ha trovato il tempo e le motivazioni adeguate per dedicarsi, attraverso diverse forme di volontariato, alla valorizzazione della propria terra; non è un caso che, una volta scelta dagli attivisti per essere la candidata Presidente alle Regionali 2015, lo slogan pensato per la nostra campagna elettorale sia stato «Io resto».
Il M5S è l’unica forza politica che permette a comuni cittadini di entrare nelle istituzioni ed è evidente che questi, una volta eletti, trasferiscano all’interno delle stesse, delle istanze che forse sono più sentite all’esterno dei palazzi che non all’interno:
Nessuna furbata elettorale Rassicuro sulla natura della mozione che istituisce la «Giornata della Memoria»: non ha alcun intento elettorale
è successo per i temi meridionalisti come anche, ad esempio, per l’abolizione dei vitalizi o per la ripubblicizzazione dell’Acquedotto Pugliese.
Rassicuro dunque sulla natura della mozione che istituisce la «Giornata della Memoria» che non ha alcun intento elettorale ma che, piuttosto, auspico possa aiutare a generare in sempre più cittadini quella consapevolezza della nostra storia e quell’amore per la propria terra che può aiutarli a diventare sempre più protagonisti, informati e impegnati attivamente, della politica dei territori.