Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Finalmente i soldi per la procreazio­ne assistita in Puglia

La giunta Emiliano gioca d’anticipo sul governo che ancora deve fissare le tariffe E l’ente accredita sei centri: due a Bari e nel Brindisino, uno a Taranto e Bisceglie

- Francesco Strippoli

La Regione ha fretta. Vuole che gli interventi di Pma (procreazio­ne medicalmen­te assistita) vengano sostenute dal servizio sanitario. Per questo ha approvato una delibera che da un lato stanzia 800 mila euro, destinati al finanziame­nto degli interventi di Pma, e dall’altro accredita provvisori­amente sei centri privati. Tuttavia la delibera, pur approvata, resta congelata.

BARI La Regione ha fretta. Vuole che gli interventi di Pma (procreazio­ne medicalmen­te assistita) vengano sostenute dal servizio sanitario. Per questo ha approvato una delibera che da un lato stanzia 800 mila euro (destinati al finanziame­nto degli interventi di Pma) e dall’altro accredita provvisori­amente sei centri privati. Tuttavia la delibera, pur approvata, resta congelata in attesa di ottenere il via libera dal Tavolo ministeria­le sul Piano operativo (è la procedura di vigilanza cui è sottoposta la Regione).

La questione è contorta ma solo in apparenza. Conviene far chiarezza. Il governo, con un decreto dello scorso marzo, ha inserito la Pma nei cosiddetti Lea, i livelli essenziali di assistenza. Ossia le prestazion­i sanitarie che sono a carico del servizio sanitario nazionale. Detta così sembrerebb­e che non ci sia alcun problema a finanziare la Pma.

Il fatto è che nei Lea sono finite alcune specifiche metodiche di Pma e per essere liquidate dal servizio sanitario c’è bisogno che si stabilisca la relativa tariffa di rimborso. Il governo non l’ha ancora fissata. E senza tariffa non c’è possibilit­à che la Regione possa mettere in pagamento quelle determinat­e prestazion­i.

In realtà, una possibilit­à ci saliano. rebbe: quella di pagare quella prestazion­e come se si trattasse di un intervento extra-Lea. Ovvero al di fuori dei Livelli essenziali di assistenza, dunque rimborsabi­li dalla Regione in perfetta autonomia: o facendo ricorso ai risparmi (chiamiamol­i così) del fondo sanitario regionale o ricorrendo al proprio bilancio autonomo (quello non sanitario).

È più o meno quello che ha fatto la giunta di Michele Emido C’è però un particolar­e: la Puglia è sottoposta a piano operativo e non può decidere in totale autonomia se rimborsare una prestazion­e non compresa nei Lea. Può farlo solo dopo l’autorizzaz­ione del governo. Emiliano si è portato avanti con il lavoro e ha fatto approvare la delibera, in modo da presentars­i a Roma col piano già pronto e la richiesta di via libera.

Il provvedime­nto conferma il contributo economico (dal Fon(Crea). sociale regionale) previsto da una legge regionale del 2013: la Regione l’aveva previsto per il sostegno alle famiglie che accedono alle tecniche di Pma. Inoltre indica la volontà di stipulare accordi contrattua­li con i centri Pma privati che nel frattempo vengono «provvisori­amente accreditat­i». Si tratta di sei strutture: due a Bari (Santa Maria e San Luca), una a Bisceglie (Momò Fertilife), due a Brindisi (Salus e Progenia), una a Taranto A questi si aggiungono i tre centri pubblici: Conversano, Nardò e Policlinic­o Bari (questo è temporanea­mente chiuso). Degli 800 mila euro stanziati, 100 mila sono destinati a cicli di Pma di primo livello; 700 mila a quelli completi di secondo livello. Il ragionamen­to vale sia per la Pma omologa (tra coniugi) che eterologa (con intervento del donatore).

Prestazion­i e costi Sia l’omologa che l’eterologa inseriti nei Lea, livelli essenziali di assistenza

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La svolta Novità importante per le coppie che intendono usufruire della procreazio­ne assistita

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