Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Tatuaggi all’henné a rischio dermatite
Sono belli da vedersi, facili da eseguirsi ed economici. E rispetto alla tecnica con ago, sono indolore e temporanei. Spesso, però, contengono sostanze dannose per la pelle
Ipiù organizzati, puoi trovarli in spiaggia con l’attrezzatura da lavoro e il catalogo dei disegni. Fiori e farfalle colorate, ritratti di personaggi famosi e strane scritte in giapponese: ce n’è per tutti i gusti nell’armamentario estivo dei tatuatori che utilizzano l’henné. Rapidi, precisi e fantasiosi: questi artigiani della decorazione sulla pelle, a volte autentici artisti metropolitani, rappresentano una forte tentazione soprattutto per le donne e gli adolescenti. Una pratica antichissima che ha il pregio della temporaneità, rispetto ai tatuaggi tradizionali, oltre ad essere indolore, a basso costo e, come si dice, a base di materiali naturali. Un tatuaggio all’henné, però, non è sempre uno sfizio innocuo, perché può causare dermatiti. Lo sostiene un gruppo di ricercatori dell’Università di Perugia, autori di un lavoro pubblicato sulla scientifica International Journal of Environmental Research and Public Health. Al prodotto naturale, infatti, spesso viene aggiunta una sostanza chiamata para-fenilendiammina (Ppd), che consente di ottenere un colore più scuro e duraturo. Le caratteristiche molecolari della Ppd, però, possono provocare una sensibilizzazione cutanea con varie manifestazioni cliniche alle riesposizioni, tra cui la più comune è la dermatite allergica da contatto. Nelle persone allergiche al composto, in particolare, il tatuaggio temporaneo può scatenare reazioni violente con gonfiore e rossore, mentre in chi ha una pelle molto sensibile e delicata può dare origine a una dermatite irritativa più lieve, ma altrettanto fastidiosa. Secondo i risultati della ricerca dell’Università di Perugia, nel 50% dei casi esaminati, i tatuaggi all’henné provocano manifestazioni cutanee come prurito, eritemi, vescicole e bolle, orticarie, o reazioni sistemiche come linfoadenopatie e febbre entro uno o due giorni dalla prima applicazione. Nel restante 50% dei casi, invece, i sintomi compaiono solo dopo un ritocco, mostrando quindi una sensibilizzazione cutanea alla para-fenilendiam- mina presente nell’henné, fino a 72 ore dopo la realizzazione del tatuaggio. La necessità di terapie di lunga durata è un altro fattore che emerge dallo studio. Nella maggior parte dei casi, la persistenza delle lesioni è stata riscontrata anche a 7 giorni dall’inizio della terapia, a base di cortisone e antistaminici e una persistente discromia cutanea è stata osservata anche dopo quattro settimane dalla fine della terapia. Se certamente si arriva alla risoluzione del prurito e a un miglioramento delle lesioni cutanee, in tutti i casi, secondo i dati emersi, a un anno di distanza è riscontrabile una ipopigmentazione cutanea sulla zona dedicata al tatuaggio. D’altronde, la para-fenilendiammina è uno dei più potenti allergeni da contatto. Si tratta di un colorante blu scuro attualmente vietato dalle norme europee per uso cosmetico, ad eccezione delle tinture per capelli per le quali è consentita a basse concentrazioni, fino al 6%. Oltre a questa rerivista strizione, è previsto che siano sempre indicate sull’etichetta dei prodotti nei quali è contenuta, con formule quali «Può causare una reazione allergica»; «Contiene fenilendiammina»; «Per uso professionale»; «Usare guanti idonei»; «Non usare per tingere ciglia e sopracciglia». La sensibilizzazione alla Ppd, infatti, è un fenomeno in crescita nei bambini e negli adolescenti. La causa più comune sembra essere proprio l’esposizione ai tatuaggi con henné, nei quali la sostanza può essere presente in concentrazioni sconosciute o eccessive. Dopo la sensibilizzazione, i pazienti possono sperimentare gravi sintomi clinici quando vengono riesposti a sostanze che contengono o reagiscono con Ppd, e possono presentare un’ipopigmentazione persistente. Dato l’uso diffuso di questa sostanza, meglio essere cauti dunque, considerando che molti i giovani acquistano kit di tatuaggi on line, privi di qualsiasi garanzia, oppure si affidano ai tatuatori improvvisati sulle spiagge, che usano materiali scadenti e potenzialmente rischiosi.
Molti giovani comprano on line, senza garanzia di qualità o si affidano a tatuatori improvvisati