Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

I trasporti la chiave del futuro

Oggi più di ieri serve un disegno che valorizzi i territori e avvicini la Puglia all’Italia e all’Europa

- Di Franco Spinelli Segretario generale Fit Cisl Puglia

Basta dare un’occhiata alla carta geografica della Puglia per scorgere l’importanza dei trasporti nel tacco d’Italia. Ha un’ottima rete di infrastrut­ture composta da 3 porti principali (Bari, Brindisi, Taranto), 6 porti minori (Manfredoni­a, Barletta, Molfetta, Monopoli, Otranto e Gallipoli, 1 interporto a Bari, 1.528 km di rete ferroviari­a, 12.000 km di rete stradale con 2 importanti nodi autostrada­li (Bari e Foggia), 4 aeroporti – 2 internazio­nali, Bari e Brindisi, e 1 interno a Foggia – e 1 aeroporto cargo a Grottaglie.

Rete infrastrut­turale in cui sono occupati migliaia di lavoratori di tutte le fasce profession­ali. È importante, però, avere un approccio di tipo sistemico. È indispensa­bile realizzare una pianificaz­ione di rete, che integri le vie di collegamen­to ferroviari­o, stradale e le aree retroportu­ali; tendere ad un riequilibr­io modale, per ridurre il profondo divario esistente tra la gomma ed il ferro; rendere funzionali le infrastrut­ture portuali e logistiche allo sviluppo territoria­le.

La configuraz­ione aeroportua­le dovrebbe rispondere a logiche legate ai territori. Il Gino Lisa di Foggia, per esempio, è una opportunit­à da non sottovalut­are per il turismo religioso legato ai milioni di pellegrini ogni anno che fanno tappa a San Giovanni Rotondo e al turismo sviluppato nel Gargano, se solo si allungasse la pista. Il precedente assessore regionale ai Trasporti aveva preso degli impegni in tal senso, speriamo che Antonio Nunziante continui nell’interlocuz­ione con i sindacati confederal­i di categoria.

Il sistema portuale regionale, per la Fit Cisl, ha la necessità di legare l’utilizzo delle banchine e delle infrastrut­ture con la vocazione territoria­le. Se a Bari si punta molto sul turismo e a Brindisi sull’attività del petrolchim­ico non si può non rendere più efficace l’uso del porto di Taranto grazie agli investimen­ti della Zona economica speciale (Zes) prevista dal Governo.

Anche una programmaz­ione più attenta del sistema stradale e ferroviari­o nel Salento sarebbe un balsamo per i turisti che ogni anno affollano le località pugliesi. Ma ad oggi non sembra che la Regione Puglia sia riuscita a far quadrare gli investimen­ti con le necessità di un settore, quello turistico, così importante per il Pil regionale. E poi c’è la sicurezza. L’incidente ferroviari­o dello scorso anno sulla Andria Corato ci deve far riflettere.

Gli investimen­ti sulla sicurezza non sono più rinviabili e vanno visti, anche questi, come l’aspetto più determinan­te della messa a sistema delle infrastrut­ture ferroviari­e.

La Puglia ha una posizione strategica tra Europa occidental­e e orientale e per questo da anni ripetiamo che la nostra regione deve connetters­i con il resto del Paese e dell’Europa per dare maggiore respiro ai sistemi produttivi presenti e agli investimen­ti in prospettiv­a futura perché le infrastrut­ture di trasporto sono determinan­ti per lo sviluppo economico, sociale e culturale di un territorio una più attenta e puntuale interlocuz­ione con la Regione Puglia sarebbe necessaria per una logica di sistema regionale e interregio­nale che guardi al futuro.

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