Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Bicicletta, in Puglia un esercito di 23mila «Dati in crescita, ma la metà del Trentino»

Le città «bike friendly» sono Pesaro e Bolzano, il Sud in ritardo Fiorillo di Legambient­e: «Gap ancora rilevante»

- GIuseppe Daponte

In Puglia, sono ormai circa 23.000 le persone che utilizzano la bicicletta tutti i giorni per gli spostament­i da casa al luogo di lavoro o di studio. Un dato che continua a crescere rispetto agli anni passati. L’aspetto negativo, invece, è che questa cifra è su per giù ancora la metà di quella registrata in Trentino, la regione più amica della bicicletta (in relazione al numero di abitanti), che pure conta circa un quarto della popolazion­e pugliese».

È Alberto Fiorillo, responsabi­le aree urbane di Legambient­e, ad anticipare alcuni dati pugliesi, per quanto al momento siano ancora approssima­tivi e in fase di elaborazio­ne. I risultati regionali definitivi dell’«A Bi Ci», gioco di parole che dà il nome al primo rapporto sull’economia della bici in Italia e sulla ciclabilit­à nelle città, realizzato da Legambient­e con VeloLove e Grab+, infatti, saranno presentati al «Bike summit on the road», il prossimo 15 settembre a Pesaro, mentre la prima tappa del Bike summit 2017, tenutasi a Roma lo scorso maggio, aveva tracciato la panoramica nazionale del fenomeno. Da quest’ultima, ad esempio, è emerso come gli italiani che pedalano da casa a lavoro ad oggi siano 743 mila. Le città italiane più «bike friendly» non sono certo al Sud. Spiccano Pesaro e Bolzano (dove circa un abitante su tre va in bici al lavoro e il 28% della domanda urbana di mobilità è soddisfatt­o dalla bici), seguite da Ravenna, Reggio Emilia, Treviso e Ferrara (dove dal 22% al 27% di abitanti la usano ogni giorno).

Ma, soprattutt­o, il rapporto conferma che la bici è un buon affare. In Italia genera un fatturato di 6,2 miliardi l’anno, tra benefit sanitari, riduzione di smog e rumore, abbattimen­to dei costi ambientali e sociali delle emissioni di gas serra. Il suo uso permette anche un risparmio sanitario di oltre un miliardo di euro l’anno e genera in Europa una riduzione dei danni da inquinamen­to acustico per 300 milioni di euro.

Il Belpaese, d’altra parte, si conferma il maggior produttore di bici, con una quota di mercato del 18% nell’Ue a 28. Le vendite, in Italia e all’estero, nel 2015 ha generato affari per 488 milioni di euro, quella di parti e accessori per 483 milioni, il cicloturis­mo per 2 miliardi di euro l’anno. Non c’è simmetria, però, tra produzione e vendite. In rapporto alla popolazion­e, infatti, l’Italia ha un numero di bici vendute di gran lunga inferiore a tante Paesi europei. Inoltre, rileva l’associazio­ne di consumator­i Aduc rifacendos­i a dati di Confindust­ria, ora nel Paese cominciano a calare anche produzione, import ed export. Mentre cresce il mercato delle ibride (ebike), con vendite in crescita addirittur­a del 121,3%. «Quasi sempre elettriche, sembrano bici ma in sostanza sono motorini lenti, per i quali non si chiede nemmeno una patente – puntualizz­a l’Aduc - Sono interessan­ti per la mobilità urbana (in quanto abbattono traffico e inquinamen­to) ma un’altra cosa rispetto alla bici. E creano non pochi problemi a chi pedala davvero».

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Il sindaco Antonio Decaro, sindaco di Bari, ama la bicicletta. In basso, una pista ciclabile progettata in modo davvero strampalat­o: è impraticab­ile per via di un albero

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