Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Bicicletta, in Puglia un esercito di 23mila «Dati in crescita, ma la metà del Trentino»
Le città «bike friendly» sono Pesaro e Bolzano, il Sud in ritardo Fiorillo di Legambiente: «Gap ancora rilevante»
In Puglia, sono ormai circa 23.000 le persone che utilizzano la bicicletta tutti i giorni per gli spostamenti da casa al luogo di lavoro o di studio. Un dato che continua a crescere rispetto agli anni passati. L’aspetto negativo, invece, è che questa cifra è su per giù ancora la metà di quella registrata in Trentino, la regione più amica della bicicletta (in relazione al numero di abitanti), che pure conta circa un quarto della popolazione pugliese».
È Alberto Fiorillo, responsabile aree urbane di Legambiente, ad anticipare alcuni dati pugliesi, per quanto al momento siano ancora approssimativi e in fase di elaborazione. I risultati regionali definitivi dell’«A Bi Ci», gioco di parole che dà il nome al primo rapporto sull’economia della bici in Italia e sulla ciclabilità nelle città, realizzato da Legambiente con VeloLove e Grab+, infatti, saranno presentati al «Bike summit on the road», il prossimo 15 settembre a Pesaro, mentre la prima tappa del Bike summit 2017, tenutasi a Roma lo scorso maggio, aveva tracciato la panoramica nazionale del fenomeno. Da quest’ultima, ad esempio, è emerso come gli italiani che pedalano da casa a lavoro ad oggi siano 743 mila. Le città italiane più «bike friendly» non sono certo al Sud. Spiccano Pesaro e Bolzano (dove circa un abitante su tre va in bici al lavoro e il 28% della domanda urbana di mobilità è soddisfatto dalla bici), seguite da Ravenna, Reggio Emilia, Treviso e Ferrara (dove dal 22% al 27% di abitanti la usano ogni giorno).
Ma, soprattutto, il rapporto conferma che la bici è un buon affare. In Italia genera un fatturato di 6,2 miliardi l’anno, tra benefit sanitari, riduzione di smog e rumore, abbattimento dei costi ambientali e sociali delle emissioni di gas serra. Il suo uso permette anche un risparmio sanitario di oltre un miliardo di euro l’anno e genera in Europa una riduzione dei danni da inquinamento acustico per 300 milioni di euro.
Il Belpaese, d’altra parte, si conferma il maggior produttore di bici, con una quota di mercato del 18% nell’Ue a 28. Le vendite, in Italia e all’estero, nel 2015 ha generato affari per 488 milioni di euro, quella di parti e accessori per 483 milioni, il cicloturismo per 2 miliardi di euro l’anno. Non c’è simmetria, però, tra produzione e vendite. In rapporto alla popolazione, infatti, l’Italia ha un numero di bici vendute di gran lunga inferiore a tante Paesi europei. Inoltre, rileva l’associazione di consumatori Aduc rifacendosi a dati di Confindustria, ora nel Paese cominciano a calare anche produzione, import ed export. Mentre cresce il mercato delle ibride (ebike), con vendite in crescita addirittura del 121,3%. «Quasi sempre elettriche, sembrano bici ma in sostanza sono motorini lenti, per i quali non si chiede nemmeno una patente – puntualizza l’Aduc - Sono interessanti per la mobilità urbana (in quanto abbattono traffico e inquinamento) ma un’altra cosa rispetto alla bici. E creano non pochi problemi a chi pedala davvero».