Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
A Bari non cresce più l’erba Giardini lasciati al degrado
Rifiuti e criminalità al Redentore: la protesta della madre di Mimmo Bucci
«Per favore, togliete l’intitolazione del giardino a mio figlio, non ne posso davvero più». Francesca Lozito si sfoga così sulla bacheca di Facebook, quasi interamente dedicata alla memoria di suo figlio. Lei è la mamma di Mimmo Bucci, cantante e seguace di Vasco Rossi che, il 15 maggio del 2007, quando aveva 31 anni, fu travolto e ucciso da una moto sul lungomare di Bari. In sua memoria, l’amministrazione comunale ha intitolato un giardino nel centro del quartiere Libertà, ma evidentemente, quel gesto nobile non è poi stato accompagnato da altrettanta attenzione per le condizioni nelle quali versa la struttura pubblica.
Franca Lozito lancia accuse molto precise. «Ma perché — scrive in caratteri tutti maiuscoli perché il messaggio giunga forte e chiaro — per il giardino Mimmo Bucci non si prende un serio provvedimento per vietare l’ingresso a certi personaggi che sguinzagliano cani di grossa taglia, chiudendo finanche il cancello d’ingresso come fosse una loro proprietà? Perché dobbiamo subire tutto ciò passivamente senza che l’amministrazione faccia nulla? Il giardino è di proprietà del Comune, quindi perché non fate rispettare le regole che sono scritte su quel minuscolo cartello affisso fuori? perché permettete tutto ciò, vi fate sopraffare da dei bulli di quartiere? Se non siete capaci di far rispettare quel luogo, per favore togliete l’intitolazione del giardino a mio figlio, non ne posso davvero più».
Franca parla solo dello spadroneggiare di bulli e gente di malaffare, ma il degrado di quel giardino è anche altro. È la sporcizia che domina ovunque, è il prato ridotto a sterpaglia, è la fontana con le luci colorate ormai spenta e piena di bottiglie e cartacce, sono i tavoli imbrattati e rotti. Eppure, l’amministrazione comunale ci ha provato. Il sindaco Antonio Decaro ha emesso un’ordinanza per cercare di arginare il dominio di bulli e delinquenti vietando di portare cani senza guinzaglio, ha cambiato gli orari di apertura, ha affidato a maggio scorso la gestione del chiosco ai salesiani del Redentore, in diverse occasioni ha partecipato alle iniziative or- ganizzate nel giardino. Tutto inutile. Soltanto due mesi fa, don Francesco Preite, della chiesa Redentore, ha denunciato il fatto che le chiavi del giardino fossero arrivate nelle mani degli spacciatori, che continuavano così a spadroneggiare nell’unico polmone verde del quartiere. Sembrerebbe, dunque, una lotta impari e persa in partenza, ma i cittadini non intendono rassegnarsi. Forse, sarebbe sufficiente ripercorrere con la memoria la storia di quel piccolo parco per ricordare che nei primi tempi era ben gestito, custodito e pulito. Bisogna, allora, pensare a nuova forma di gestione?
Il giardino «Mimmo Bucci» non è certo l’unico a presentare segni di degrado e abbandono. La situazione è generalizzata e basta farsi un giro a Parco 2 Giugno, a piazzetta Due Papi, a piazza Garibaldi, solo per citare alcune delle zone verdi della città. Sporcizia e strutture vandalizzate regnano sovrane, lì dove i bambini dovrebbero invece poter giocare in tutta tranquillità.
Gli altri casi Sporcizia, abbandono, strutture vandalizzate: questa la situazione in piazza Garibaldi, in piazzetta Due Papi, a parco 2 Giugno