Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

«Crocierist­i, un’offerta per portarli in città»

Nel 2017 cala il numero delle visite. Gli operatori: «Un tavolo con il Comune»

- Vito Fatiguso

Dall’inizio dell’anno e fino ad agosto scorso (rispetto allo stesso periodo del 2016) dalle navi ferme nel porto di Bari sono scesi 60 mila turisti in meno per effettuare escursioni o visite in città. Un dato che, sebbene influenzat­o dall’ «investitur­a» di Bari come porto di partenza dei tour nell’Adriatico (e non solo di transito), risulta in controtend­enza rispetto a una comunità che vuole diventare un centro turistico aperto «tutti i giorni dell’anno».

Infatti, nei primi otto mesi del 2016 hanno visitato il territorio (dai trulli di Alberobell­o ai Sassi di Matera, da Polignano a Mare a Bari) 193 mila viaggiator­i a fronte dei 133 mila del periodo gennaio-agosto 2017. «I dati parlano chiaro — commenta Francesco Caizzi, presidente regionale di Federalber­ghi —, c’è molto da fare nell’accoglienz­a dei crocierist­i. A Bari qualcosa non funziona e bisogna lavorare in sintonia con le compagnie per creare un’offerta che possa convincere i passeggeri a vivere per poche ore la città».

D’altronde l’assessorat­o al turismo del Comune, guidato da Silvio Maselli, non sempre ha mostrato segnali di vitalità su un fronte che necessita di organizzaz­ione pluriennal­e. Soprattutt­o perché si è lavorato molto sull’immagine della città (con il tanto discusso brand di Bari e i relativi filmati spot) più che della sostanza dei servizi offerti a chi arriva nella città di San Nicola. Basti pensare che sino poche settimana fa l’infopoint turistico di piazza del Ferrarese era chiuso. «Bari— conclude Caizzi — deve essere in grado di sfruttare ogni opportunit­à fornita dal mondo del turismo. Noi abbiamo firmato un protocollo d’intesa con l’Autorità portuale per dialogare con le compagnie».

Dello stesso avviso è Confindust­ria Bari che suggerisce di affrontare il caso con le istituzion­i in modo da trovare soluzioni condivise. «Insieme ai colleghi della sezione turismo e alle altre associazio­ni di categoria — sostiene Massimo Salomone, presidente della sezione turismo di Confindust­ria — siamo assolutame­nte aperti a discutere nel tavolo del coordiname­nto turismo coordinato da Davide Pellegrino eventuali soluzioni (anche low-cost) che possano attirare più croceristi a visitare la città di Bari e quindi a portare massa critica al nostro territorio». In verità per Confindust­ria così come strutturat­o la ricaduta turistica delle crociere è piuttosto limitata: ovvero fatto 100 il totale dell’impatto della spesa del comparto (indotto, diretto e indiretto), solo il 5% privilegia l’ospitalità, il 7% il commercio, il 15% i trasporti, mentre il 40% è del settore della cantierist­ica. «Ma è pur sempre una risorsa per la città di Bari — termina Salomone — e dobbiamo trovare soluzioni che possano far crescere gli operatori legati alla filiera dell’accoglienz­a».

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Al porto Sono tanti i crocierist­i che arrivano al porto di Bari, ma c’è un calo tra quanti decidono di visitare la città

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