Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
«Ilva, nessuno sarà licenziato»
Esuberi nell’acciaieria. La rassicurazione di De Vincenti non ferma lo sciopero di 24 ore
«Lunedì comincia il confronto tra Am Investco e i sindacati sull’acquisizione di Ilva», ma nessuno sarà licenziato. Il ministro della coesione, Claudio De Vincenti, prova a rassicurare i sindacati, ma non ci riesce: lunedì le maestranze della fabbrica si fermano per uno sciopero. De Vincenti parla a Bari, nel corso dell’intervista pubblica condotta dal direttore del Corriere del Mezzogiorno, Enzo d’Errico. Il palcoscenico - perché di questo si tratta - è nel foyer del Petruzzelli, allestito per ospitare la manifestazione realizzata dalla fondazione Corriere della Sera e dal Corriere del Mezzogiorno. Classi dirigenti, sistema educativo, questione meridionale, sviluppo possibile e azione di governo: l’intervista tocca aspetti cruciale del dibattito pubblico. Questa mattina nuovo appuntamento sempre al Petruzzelli.
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«Lunedì comincia il confronto tra Am Investco e i sindacati sull’acquisizione di Ilva. Si parte dall’offerta dell’azienda: assunzione di circa 10 mila dipendenti, a salario invariato. Gli altri (circa 3.300, ndr) non saranno licenziati, restano dipendenti di Ilva in amministrazione straordinaria: lavoreranno alla bonifica dei suoli esterni al Siderurgico». Il ministro della coesione, Claudio De Vincenti, prova a rassicurare i sindacati ma non ci riesce: lunedì le maestranze si fermano per uno sciopero. De Vincenti parla a Bari, nel corso dell’intervista pubblica condotta dal direttore del Corriere del Mezzogiorno, Enzo d’Errico. Il palcoscenico è nel foyer del Petruzzelli, allestito per ospitare «Economia a teatro», uno degli appuntamenti organizzati da Maddalena Tulanti nel ciclo delle manifestazioni realizzate da Corriere della Sera e Corriere del Mezzogiorno.
Classi dirigenti, sistema educativo, questione meridionale: l’intervista tocca aspetti cruciali del dibattito pubblico. La prima domanda è sulla politica dei tempi attuali: sarà tornato, con Gentiloni, il tempo della mediazione, nonostante la presenza sulla scena di figure dal profilo populistico? D’Errico cita il governatore Emiliano, l’omologo campano De Luca, il sindaco di Napoli De Magistris. «La mediazione ha un senso - replica il ministro - se si riesce a mantenere la direzione di marcia. Renzi e Gentiloni sono riusciti a farlo, i migliori che io abbia mai visto». Dunque occorre essere determinati senza farsi intimidire da chi agita la piazza. Ciò detto, il ministro distingue: «Il governatore campano non è un populista, gli altri due sì». De Vincenti ed Emiliano non si amano - il fatto è noto - e qui se ne ricava un’altra indiretta esplicita conferma. «Il populismo - ragiona il ministro - si alimenta della sfiducia rabbiosa dei cittadini: i populisti sono i veri nemici del popolo». Poi, rispondendo ad un’altra sollecitazione, sottolinea che esiste una questione che investe la classe dirigente: «Bisogna rompere la scorza di inerzia e resistenza. Sei un vero amministratore se firmi le carte e sei in grado di concedere le autorizzazioni: non se le neghi sistematicamente». Qui non c’è alcun accenno diretto alla Puglia: ma non è difficile notare l’allusione alle tante resistenze opposte da Emiliano (al gasdotto Tap e alle trivelle).
Altro tema: esiste ancora la Questione meridionale oppure c’è da sciogliere solo una grande Questione nazionale? «Il divario del Sud con il resto del Paese è ancora in piedi: merita ogni attenzione. La Questione meridionale era uscita dal dibattito pubblico ma è tornata centrale grazie alle iniziative del governo e del Masterplan». Con i relativi Patti con le Regioni. De Vincenti loda De Luca («un presidente che sa cosa sono le realizzazioni per i cittadi
dini») e tace in maniera eloquente su Emiliano.
I risultati dell’azione del governo, fa intendere il ministro, si vedono. Cresce l’economia e sale l’occupazione. Al Mezzogiorno i posti di lavoro aumentano più che nel resto d’Italia: 200 mila occupati in più (83 mila solo nel 2017), anche se il Sud ne ha persi mezzo milione dall’inizio della crisi: ci sono 300 mila posti da recuperare. L’ipotesi cui si lavora, dice De Vincenti, è di continuare con la politica incentivante della decontribuzione anche nel 2018, «se saranno trovati gli spazi finanziari». Nel Sud, sottolinea il ministro, «possono e devono convivere turismo e innovazione, anche se il primo è sottodimensionato. Proprio qui vicino, a Mola, c’è un’azienda che si occupa di satelliti. Ombrelloni e manifattura non sono antitetici». L’ultimo passaggio è sulla politica dei porti: Bari, Brindisi, Taranto. L’apertura del secondo canale a Suez rende «centrale il Mediterraneo». Il Sud ne deve approfittare: per crescere, per ritrovare se stesso e per essere «non solo una terra da cui si parte ma anche un possibile approdo». Oggi si replica: dalle 10 alle 13 seconda e ultima giornata di Economia a teatro.