Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
A Taranto in 3.331 fuori dall’acciaieria L’ira dei sindacati: lunedì la fabbrica si ferma per 24 ore
Tremila e trecentrentuno. E’ il numero degli operai e/o dipendenti in esubero all’Ilva di Taranto. Una cifra ritagliata dal piano generale di ristrutturazione dell’azienda preannunciato in una lettera ai sindacati - che non l’hanno presa bene, proclamando per lunedì una giornata di sciopero - dalla cordata acquirente Am InvestCo in vista dell’incontro di lunedì prossimo al Ministero per lo sviluppo economico. Il piano, in realtà, non coinvolge solo il Siderurgico ionico. Fa capo all’intero gruppo. Ammonta a 9.930 unità il personale che Am InvestCo - asset formato dalla multinazionale ArcelorMittal, dal Gruppo Marcegaglia e da Intesa Sanpaolo - intende impiegare per il rilancio dei suoi stabilimenti. In totale gli esuberi saranno quattromila circa, la stragrande maggioranza dei quali a Taranto. «Le suddette allocazioni - si legge nella lettera - sono soggetti a leggeri aggiustamenti, tenendo fermo il numero complessivo di 10 mila lavoratori». Nel dettaglio, 7.600 sarebbero impiegati a Taranto, 900 a Genova, 700 a Novi Ligure, 160 a Mirimetro lano, 240 in altri siti. Quanto alle controllate sono previsti 165 dipendenti in forza a Ism, 35 a Ilvaform, 90 a Taranto Energia. A questi numeri si aggiungono 45 dirigenti in funzione, i dipendenti francesi della società Socova-Tillet che rientrano nel pe- del gruppo. Gli esuberi, come assicurato dal Governo, saranno impiegati nell’attività di ambientalizzazione del sito di Taranto gestito dall’amministrazione straordinaria. I sindacati, tuttavia, non hanno reagito positivamente alla lettera. Il segretario generale della Fiom Cgil, Francesca Re David, insieme al segretario per la siderurgia Rosario Rappa, ha parlato di una ArcelorMittal «arrogante e inaffidabile», sottolineando che in vista dell’incontro di lunedì «per la Fiom non ci sono le condizioni di aprire un tavolo negoziale. L’unica risposta possibile a tale provocazione è una forte azione conflittuale di lavoratori e lavoratrici». Una linea confermata dalla decisione del Consiglio di fabbrica che per lunedì prossimo ha proclamato 24 ore di sciopero. Sulla stessa lunghezza d’onda si è sintonizzato Marco Bentivogli, segretario generale della Fim-Cisl. «Si prospettano presupposti peggiori rispetto a quanto concordato tra l’acquirente e la gestione commissariale».
Riconversione Gli esuberi saranno reimpiegati nell’attività di bonifica sul territorio ionico contaminato da emissioni e polveri nocive