Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Ulisse, il viaggio e la libertà Eva Cantarella domani in teatro
Già venduti 950 abbonamenti per il nuovo ciclo di «Lezioni di storia» al Petruzzelli
Novecentocinquanta abbonamenti disponibili bruciati in una sola settimana di prevendita. Restano al botteghino pochi posti non numerati per soddisfare le richieste dell’ultimo minuto, domenica mattina. La seconda edizione delle «Lezioni di Storia» promossa dagli editori Laterza al teatro Petruzzelli è attesissima e promette di bissare il successo della prima. Successo che peraltro non era scontato, vista la formula «a rischio»: far pagare un biglietto per ascoltare una conferenza era una formula nuova per la città, ma ha funzionato oltre ogni previsione. Così, la domenica mattina al Petruzzelli è diventata un «must» per un certo tipo di pubblico, una sorta di immancabile aperitivo letterario.
Dopo le lezioni di storia e arte del primo ciclo, quest’anno l’attenzione è focalizzata su un tema specifico, quello del «Viaggio», declinato a sua volta attraverso una serie di parole e personaggi chiave. E quale migliore introduzione al tema di un incontro centrato sulla figura di Ulisse e sulla categoria di libertà? L’Odissea è il primo racconto di viaggio della letteratura occidentale. Il ritorno a casa di Ulisse dopo i dieci anni della guerra di Troia non è solo una magnifica serie di avventure piene di mostri, intrighi, dei e semidei; a un livello più profondo, la sua vicenda declina in modo esemplare alcuni topos dell’etica occidentale come, ad esempio, il conflitto tra responsabilità e libertà, o tra volontà e destino (o meglio, tra la volontà umana e quella degli divina).
Certo, sono categorie che oggi hanno un significato ben diverso da quello che attribuivano loro gli antichi greci, e un peso relativo differente. Se per loro era la responsabilità (nei confronti della polis, innanzidi tutto) a contare, per il nostro tempo è la libertà a trionfare su ogni altra cosa, la nostra idea di libertà nell’epoca della crisi e del post-capitalismo, che sembra insofferente a ogni vincolo umano, storico, sociale, generazionale.
Di queste cose parlerà domattina a teatro Eva Cantarella, per vent’anni professore ordinario di Istituzioni di diritto romano e di Diritto greco antico alla Statale di Milano, autrice d’innumerevoli saggi - alcuni più divulgativi, il che è un merito visto l’alto livello scientifico - che ci hanno reso più familiare e più vicino il mondo dell’antichità classica, tirandolo fuori dai libri per metterlo in scena sotto i nostri occhi. Alla figura di Ulisse Eva Cantarella ha dedicato un libro importante come Sopporta, cuore..., edito da Laterza, nel quale l’«Odisseo» appare come un eroe speciale e diverso, perché dotato di qualità più complesse e sfumate rispetto alle virtù guerresche degli altri eroi dei poemi omerici. E l’Odissea è, d’altro canto, il testo nel quale si racconta un viaggio molto speciale, il viaggio che conduce Ulisse, sul filo di innumerevoli sventure e distrazioni messegli davanti dagli dei per impedirgli di far ritorno a casa, a scegliere la sua strada compiendo così i primi passi dell’umanità sulla via della consapevolezza del libero arbitrio, verso la nascita di un’etica della responsabilità.
Dopo questo primo incontro, il ciclo di conferenze sul «Viaggio» continuerà parlando del monaco Bernardo e di pellegrinaggi nel Medioevo (con Vito Bianchi il 22 ottobre), di Colombo e la scoperta dell’America (Franco Farinelli il 5 novembre), Primo Levi e il ritorno da Auschwitz (Anna Foa il 12 novembre), Steinbeck e la necessità (Alessandro Portelli il 3 dicembre) e della vita nomade di Stravinskij (Corrado Augias il 17 dicembre).