Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
NEL BICCHIERE
L’Altavilla 2013 di Kandea, che Aglianico!
Èincredibile come l’Aglianico riesca a mantenere la sua riconoscibilità indipendentemente dai luoghi in cui viene coltivato, che sia sulle pendici del Vulture, su quelle irpine o sannite, o sui pianeggianti terreni della Puglia. Ovviamente le sfumature sono diverse, come sono diverse le interpretazioni dei produttori, ma questo vitigno mantiene un fil rouge che ne salva l’identità.
Se nella zona di Taurasi si esprime con toni decisi, a volte anche un po’ rudi, con note speziate di tabacco e fiori appassiti, ed in quella del Taburno si mantiene più fruttato con profumi e sapori che evocano more e ribes nero, nel Vulture, a seconda delle altezze di coltivazione, si esprime con qualche tono floreale,ciliegia e tabacco ma con un equilibrio gustativo relativamente più immediato. Qui, nella Terra di Mezzo nell’agro di Candela, crocevia di Vulture, Sannio ed Irpinia, l’aglianico non poteva che essere un condensato dei tre areali: polpa e frutto del Taburno, eleganza e tensione acida dell’Irpinia e immediatezza con tannini levigati del Vulture. Così l’Altavilla 2013 di Kandea, ottenuto da uve coltivate a 200 metri su terreno calcareo ciottoloso, mostra una piacevolezza sorprendente, con profumi diretti di mora e pepe. La struttura è elegante, giusta, con tannini fitti e dolci. Il finale poi è tutto da godere nella sua invidiabile persistenza.