Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Oncologico, dimissioni lampo Emiliano trattiene il luminare
Ufficialmente questioni pensionistiche, sullo sfondo il futuro dell’ospedale
Dimissioni presentate e ritirate nel giro di pochi giorni e solo dopo l’intervento diretto di Emiliano. Il chirurgo toracico Paolo Sardelli, considerato un luminare, voleva lasciare l’Oncologico di Bari, dov’è in servizio soltanto dal primo settembre scorso. La motivazione ufficiale è legata a calcoli pensionistici. Sullo sfondo è evidente che Sardelli punti ad avere una struttura che sia capace di lavorare più come ospedale in grado di gestire anche le emergenze che come una sorta di grande poliambulatorio.
Marmo L’opposizione: «È mancato qualcosa nei servizi base» La lettera L’addio dopo due mesi di lavoro con 90 interventi chirurgici effettuati
Dimissioni presentate e ritirate nel giro di pochi giorni e solo dopo l’intervento diretto del governatore Michele Emiliano. Il chirurgo toracico Paolo Sardelli (in foto), considerato un luminare nel suo campo, voleva lasciare l’Oncologico di Bari, dov’è in servizio soltanto dal primo settembre scorso. La motivazione, fa sapere il direttore generale dell’ospedale Vito Delvino e conferma lo stesso chirurgo, è legata a calcoli pensionistici. Sardelli è un medico molto noto. Era a Foggia ai tempi di Fitto presidente della Regione, quando –parole sue – «gli dissi che l’ospedale era una stalla. Lui mi ascoltò e in pochi mesi realizzammo uno dei migliori reparti in Puglia».
Per il medico, il passo successivo sarebbe stato Bari. Ma far trasferire Sardelli nel capoluogo costò guai giudiziari all’ex governatore Nichi Vendola, guai poi risolti. Su quella nomina a primario di chirurgia toracica dell’ospedale San Paolo volle vederci chiaro la Procura di Bari. La tesi del magistrato inquirente era la seguente: il presidente della Regione ha favorito il medico con un suo intervento presso Lea Cosentino, direttore generale della Asl in quegli anni. In sostanza Vendola chiese a Cosentino di riaprire i termini per la presentazione delle domande per accedere al concorso, con l’obiettivo – riteneva la Procura - di assicurare a Sardelli l’assunzione quinquennale. Fatto sta che la vicenda processuale si concluse con un’assoluzione in primo grado, confermata anche in appello. Insomma, le procedure furono corrette. Dopo aver molto ben lavorato al San Paolo, dal primo settembre scorso Sardelli si sposta all’Oncologico di Bari. E qui, dopo soltanto due intensi mesi di lavoro, con 90 interventi chirurgici effettuati in una sala operatoria a sua disposizione, presenta le dimissioni. Cosa è accaduto? «Calcoli legati alla pensione», ribadisce il direttore Delvino, che comunque ritiene opportuno coinvolgere il governatore Emiliano. L’altra sera l’incontro di oltre un’ora a tre: Sardelli, Delvino e Emiliano. In questa occasione il governatore avrebbe ribadito l’impegno e l’attenzione della Regione sul progetto Oncologico e assicurato pieno sostegno all’attività del chirurgo. Convince così Sardelli a rimanere, «anche perché – dice Delvino – sui problemi previdenziali si trova una soluzione». In questi pochi mesi di lavoro all’Oncologico, Sardelli ha imposto nuovi ritmi e metodologie di lavoro che, ammettono dalla direzione, possono aver provocato qualche malumore dei sindacati. «Dialettica fisiologica», dice Delvino, anche se Sardelli nega: «Nessun problema con i sindacati». Sarà. Intanto, la notizia delle dimissioni ha fatto saltare sulla sedia l’opposizione in consiglio regionale che individua altre motivazioni: «Trasferire un reparto dal territorio all’Oncologico –ha scritto il consigliere regionale Nino Marmo di Forza Italia - rispondeva ad una visione strategica chiara, individuando l’hub oncologico, ma probabilmente è mancato qualcosa nei servizi base richiesti in occasione del trasferimento del reparto».
Lo scorso 30 ottobre, inoltre, una lettera del sindacato Fials indirizzata al direttore generale chiede conto di uno sfogo di Sardelli con «toni e termini altamente offensivi nei confronti di questo istituto» che sarebbe avvenuto, scrive ancora il segretario aziendale Fials, Domenico Rosario Losacco, «alla presenza di numerosi pazienti e degli operatori Cup/Ticket». Sardelli non nega l’episodio, ma lo circoscrive a un’incomprensione con gli uffici circa la metodologia di prenotazione: «Chiunque voglia essere visitato può venire nel mio reparto ogni giorno con la semplice ricetta del medico», dice. Intanto arriva la notizia delle dimissioni e quindi il pronto intervento del governatore («Rappresento quattro milioni di pugliesi che le chiedono di rimanere», sono state le parole utilizzate per convincere il chirurgo). Anche dalla Regione ribadiscono che la questione sarebbe stata prettamente di carattere previdenziale. Eppure, dietro formalismi amministrativi e tatticismi sindacali, è evidente che Sardelli punti ad avere una struttura che sia capace di lavorare più come ospedale in grado di gestire anche le emergenze che come una sorta di grande poliambulatorio. E su questo tema, toccherà al direttore Delvino una paziente opera di mediazione e gestione di tempi e modi.
Emiliano Io rappresento quattro milioni di pugliesi che le chiedono di rimanere