Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Un ristorante e un buon vino provati per voi
L’Antica Locanda vuol dire tradizione familiare, ma con sorprese formidabili
Isapori dell’Antica locanda di Noci e il vino Aglianico Altavilla del 2013 provati per voi dagli esperti del Corriere.
Apartire dalla piazza alberata che sfiora il delizioso centro storico di Noci, è un vero piacere smarrirsi tra vicoli tortuosi e minuscole corti. Finché appare all’improvviso la sobria facciata della cattedrale, che domina l’intero borgo con il suo severo e lineare profilo. Lo stesso borgo che fa da pittoresca cornice al vezzoso ingresso di un locale che da diversi decenni è una sorta d’istituzione cittadina, nonché significativa espressione della cultura gastronomica territoriale.
Entriamo dunque nell’Antica Locanda, dove la rustica e calda atmosfera (foto 1) sembra riflettere con criterio la suggestione dei luoghi tutt’intorno: tra ambienti settecenteschi imbiancati a calce, legno grezzo, e i colori vivaci dei quadri alle pareti. E al tutto si aggiunge una piacevole aria familiare, grazie all’impronta che Pasquale e Mario Fatalino (padre e figlio, entrambi chef il figlio Mario nella foto 2) sanno dare alla loro attività, e che si riflette nella gentile accoglienza di tutto il personale. Dopo una lunga militanza Pasquale ha ceduto lo scettro dei fornelli a Mario, ma continua a controllare ogni cosa con grande attenzione, e a coccolare gli ospiti con una cordialità mai formale. Mentre Mario segue con sicura fedeltà le orme ataviche, dando tuttavia prova di uno stile personale che è il frutto di importanti esperienze fuori regione.
Gli antipasti si attestano infatti tra modernità e tradizione: dal delicatissimo tortino di zucchine su crema di pomodoro, a quello di riso venere con cacioricotta, basilico, funghi e peperoni, nel quale però l’aceto prevale con troppa forza. Oppure dal battuto di patate con insalata di polpo, e dai peperoni gratinati, fino all’imperdibile rarità dell’insalata di cime vigna con pomodori secchi e menta ( foto 3), che da sola vale il viaggio.
Cosi come merita un applauso convinto l’indimenticabile agnello cotto in pignatta con le verdure, il cui sapore porta indietro nel tempo. Tra i primi i tortelli di burrata con fiori di zucca, pomodorini e prosciutto croccante, e la proposta ittica degli scialatielli con pescatrice, calamari e gamberi, si alternano a preparazioni intramontabili come le orecchiette al ragù, e gli strascinati integrali con fagiolini, pomodoro e cacio.
Si chiude con uno spumone artigianale.
La selezione enologica tende a privilegiare le etichette pugliesi, e il conto si aggira intorno ai 35 euro esclusi i vini.