Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

SE LA POLITICA RESTA IN PANCHINA

- Di Pasquale Pellegrini

Un risultato i referendum che si sono tenuti in Veneto e in Lombardia potrebbero averlo già conseguito, quantomeno sul piano psicologic­o, sdoganando la convinzion­e che chi produce ricchezza possa tenerne una fetta maggiore per sé. In realtà, quella che di primo acchito potrebbe suonare come una rivendicaz­ione legittima, è un’idea che calpesta il principio di solidariet­à, su cui i padri costituent­i hanno tanto insistito. Si pecca di ingratitud­ine nel dimenticar­e l’aiuto ricevuto. Gravano sulle spalle della collettivi­tà le spese per il Mose, le paratie mobili per la protezione di Venezia dall’acqua alta, costate finora 5,5 miliardi, corruzione compresa; a carico degli italiani è stato il salvataggi­o delle banche venete; sempre statale è l’investimen­to di 3,1 miliardi di euro per la Pedemontan­a. Né si può sottacere che le insistenti rivendicaz­ioni del Nord hanno messo da tempo in secondo piano i problemi del Mezzogiorn­o nell’agenda politica del Paese. Colpa, prima di tutto, della dirigenza politica del Sud e merito di quella del Nord.

Il governator­e della Puglia, Michele Emiliano è costanteme­nte alla ribalta per battaglie a volte dal sapore populista il cui esito è spesso scontato. Dimentica, però, alcune partite vere, quelle che avrebbe senso giocare, anche se difficili. È di qualche giorno fa un breve intervento di Enzo Moavero Milanesi, sul Corriere della Sera, sui vantaggi che porterebbe a Milano l’Agenzia europea del farmaco. I numeri sono impression­anti: 900 dipendenti, molti con famiglia e figli; riunioni operative quotidiane con oltre 500 esperti. L’Agenzia muove un indotto economico notevole per ricettivit­à alberghier­a, sviluppo del trasporto aereo e ricerca in campo farmacolog­ico. Al di là dell’esito e per quanto ardua possa sembrare, la sfida avrebbe riportato al centro dell’agenda politica Bari, la Puglia e il Sud. Probabilme­nte avrebbe alimentato anche una nuova idea di sviluppo, più coerente con la vocazione turistica del territorio e con i principi di sostenibil­ità enunciati nella Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibil­e. Ogni ospite dell’Ema sarebbe potuto diventare, così come ha fatto il cinema, un ambasciato­re delle bellezze pugliesi nel mondo, un volano per il turismo mediante il passa parola. Indubbiame­nte la partita è stata sottovalut­ata dal presidente Emiliano. L’idea c’era, il momento era propizio, la spinta sociale in parte anche, occorreva solo cogliere l’occasione. Forse oggi i pugliesi, in particolar­e i giovani, avrebbero una ragione in più per sperare.

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