Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Venticinque migranti previsti ma sono già più di cento Il caso ora finisce in Procura
Situazione esplosiva nel centro di Bitonto, esposto dei Cinque Stelle
La situazione del centro di accoglienza straordinaria di Bitonto, dopo essere finita sul tavolo del ministro dell’Interno Marco Minniti, termina anche sotto la lente d’ingrandimento della Procura. Era un caso politico, ora diventerà anche giudiziario.
Il vicepresidente della commissione parlamentare d’inchiesta che indaga sul fenomeno, il deputato barese Giuseppe Brescia (M5S), ha presentato un esposto per chiedere che venga fatta chiarezza sulle condizioni di sovraffollamento della struttura, gestita dalla cooperativa tarantina «Costruiamo insieme» e ospitata in un’ala dello storico istituto «Maria Cristina di Savoia».
Nel centro all’ingresso della città, come mostrato il 17 ottobre scorso con un reportage fotografico dal Corriere, furono trovati durante un sopralluogo compiuto da Brescia e dal collega di partito e deputato Francesco Cariello, 102 migranti al posto dei 25 previsti. Da allora pare che poco o nulla sia cambiato.
«La situazione – dice Brescia – è di una gravità assoluta: una condizione di illegittimità prontamente segnalata e verificata anche da Asl e carabinieri del Nas ma, nonostante ciò, rimasta sostanzialmente immutata. Addirittura i Nas pur avendo accertato la situazione di illegalità ci hanno risposto, sostanzialmente, di non poter intervenire perché il sovraffollamento sarebbe una cosa diffusa».
Negli ambienti, dove vivono uomini e donne provenienti soprattutto da Nigeria, Camerun e Sudan, ci sono letti a castello, vestiti e oggetti personali accatastati ovunque e la privacy è assicurata solo da tende o asciugamani.
Nel cortile dell’antico palazzo si notano decine e decine di biciclette parcheggiate. I migranti le usano per i loro spostamenti in città e, a volte, anche per raggiungere i centri vicini.
«La Prefettura – continua Brescia, che aveva presentato anche una interrogazione al Viminale - è stata allertata ma attendiamo ancora risposte ad una richiesta di chiarimenti fatta oltre un mese fa. È evidente che c’è qualcosa che non va nel sistema pugliese, dal momento che altrove, come in provincia di Avellino, sono stati apposti i sigilli alle strutture che non rispettavano la normativa. Ho dunque presentato un esposto ufficiale alla Procura della Repubblica affinché si apra un fascicolo d’indagine sull’intera vicenda e tutti i responsabili vengano individuati. Non possiamo piangere lacrime di coccodrillo quando poi, a causa delle inaccettabili condizioni di vita in questi centri, ci scappa il morto».
Le condizioni del centro di accoglienza hanno provocato polemiche anche perché si intrecciano con la grave crisi generale che sta attanagliando l’istituto pubblico di servizi alla persona «Maria Cristina di Savoia», che ha circa 2 milioni di debiti e i cui 17 dipendenti hanno ormai accumulato 21 stipendi non pagati.
Nelle scorse settimane, secondo i sindacati, era stata avanzata l’ipotesi di far passare gli operatori proprio alle dipendenze della cooperativa che gestisce il Centro di accoglienza straordinaria.
L’idea potrebbe essere quella di recuperare spazi vitali, soprattutto se le indiscrezioni raccolte e rilanciate dal segretario pugliese di Noi con Salvini, Rossano Sasso, in merito all’arrivo di altri richiedenti asilo provenienti dal Cara di Bari, dovessero trovare conferma.
La prospettiva di venir assorbiti dalla cooperativa però è stata respinta con fermezza dai lavoratori, che chiedono invece di essere ricollocati in altre strutture pubbliche. Un tavolo è stato convocato al Comune di Bitonto per il prossimo 13 novembre. Ed è possibile che in quella occasione si sappia di più anche sul destino del Centro di accoglienza straordinaria.