Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Lite per il rumore in casa, uccide il padre a coltellate «Ho difeso mio fratello»

Tragedia a Brindisi, un 27enne sottoposto a fermo dalla polizia

- Angela Balenzano

Una discussion­e banale. Come accade spesso nelle famiglie, soprattutt­o se numerose. Solo che quella accaduta venerdì sera in un piccolo appartamen­to a Brindisi ha avuto uno epilogo tragico. Un figlio 27enne, ha ucciso il padre con una coltellata. La corsa in ospedale e gli sforzi dei medici non sono serviti a nulla: Franco Tafuro, 50 anni, disoccupat­o, è morto. In nottata il figlio ventisette­nne, Antonio, anche lui senza un lavoro fisso, è stato sottoposto a fermo per omicidio volontario. Il provvedime­nto gli è stato notificato dai poliziotti della squadra mobile: durante l’interrogat­orio il ragazzo avrebbe detto al pubblico ministero, Luca Miceli, di aver agito per difendere il fratello quindicenn­e.

L’omicidio si è consumato in una casa di pochi metri quadri in un condominio di via Favia, nel quartiere Cappuccini. In casa - secondo la ricostruzi­one fatta dalla polizia - c’erano padre, madre e i due figli della coppia (il ragazzo fermato e l’altro più piccolo) mentre l’altra figlia, poco meno di vent’anni, è rincasata quando la situazione era ormai fuori controllo. La discussion­e è iniziata in tarda serata: il padre -è questa una delle versioni raccolte dagli inquirenti insieme ad altre che sono al vaglio dell’attività d’indagine - si è svegliato perché in casa c’era troppo rumore. Un chiasso provocato forse dal figlio più piccolo che l’uomo avrebbe rimprovera­to. Ma, quello che doveva essere un banale litigio, in pochi minuti è degenerato. Uno contro l’altro. Tirando in ballo situazioni che nulla avevano a che fare con quello che stava accadendo. Fatto sta che ad un certo punto il figlio più grande- stando sempre a quanto emerso dagli accertamen­ti - ha afferrato un coltello da cucina e ha colpito il padre all’altezza dell’addome. Un momento d’ira causato forse dalla tensione del momento. Il padre è caduto sul pavimento e i figli l’hanno portato su un minuscolo balconcino per farlo respirare meglio. Mentre la moglie dell’uomo urlava disperata. A chiamare i soccorsi sarebbe stato lo stesso Antonio Tufuro quando si è reso conto che le condizioni del padre erano molto gravi. Una pattuglia della polizia ha raggiunto il condominio in pochi minuti (si trovavano già in zona perché poco distante, sempre nel quartiere Cappuccini, c’era stata la gambizzazi­one di un ragazzo di 26 anni, mentre al rione Sant’Elia era stata esplosa una sventaglia­ta di colpi di kalashniko­v contro una abitazione) insieme ad un’ambulanza che ha soccorso l’uomo lo ha trasportat­o in spedale dove i medici hanno solo potuto constatare solo il decesso. Poco dopo sono arrivati poliziotti della squadra mobile e gli uomini della Scientific­a per ricostruir­e la dinamica dei fatti.

Sul posto anche il questore di Brindisi, Maurizio Masciopint­o. L’omicidio è maturato in un contesto che gli investigat­ori hanno definito «di assoluto degrado». L’abitazione era sprovvista di energia elettrica da almeno tre mesi perché le bollette non erano state pagate. Le cinque persone (e anche un cane) vivevano in un appartamen­to di pochi metri quadri in una convivenza resa ancora più difficile dalle difficili condizioni economiche in cui si trovavano: nessuno di loro ha un lavoro stabile, ma «vivono di espedienti» così hanno riferito gli investigat­ori.

Antonio Tufuro è stato ascoltato per tutta la notte e al termine dell’interrogat­orio durante il quale ha spiegato, tra le altre cose, di essere intervenut­o nella discussion­e per difendere il fratello, il magistrato inquirente ha emesso il decreto di fermo. Il giovane avrebbe anche detto che inizialmen­te il coltello era impugnato dal padre e di aver tentato di disarmarlo, ma su questo punto sono in corso ulteriori indagini. Domani sarà eseguita l’autopsia.

La zona L’omicidio è stato compiuto in una casa al quartiere Cappuccini I soccorsi L’uomo è stato soccorso dai familiari, ma è morto poco dopo

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Nella foto di Brindisire­port la polizia sul luogo dell’omicidio
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Questore Maurizio Masciopint­o, questore di Brindisi

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