Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Gli impianti a carico immediato
Rapidi da installare ed eff icaci, possono essere pronti in 48 ore. Con questa tecnica non sono più necessarie le protesi provvisorie.
Il caso tipico è quello di un paziente con dentatura talmente compromessa, da richiedere estrazioni multiple. Entra dal dentista con la paura stampata sul volto e ne esce con una dentatura nuova e perfetta. Tempi, tecniche e benefici della moderna implantologia orale. Esistono diversi protocolli di lavoro che fanno capo alle varie industrie produttrici di impianti, ma in tutti i casi, la filosofia operativa di questa procedura si articola in alcune fasi ed obiettivi fondamentali. In primis, uno studio di fattibilità basato sulla ricostruzione tridimensionale del supporto osseo, che non è solo virtuale, ma anche materiale (con modelli in resina). Segue la simulazione virtuale, poi la costruzione di una dima chirurgica in laboratorio, che guidi l’operatore durante l’intervento. Infine, la precostruzione di un dispositivo protesico, che verrà modificato ed adattato subito dopo l’inserimento degli impianti, in base alle informazioni rilevate con un’impronta, che sarà realizzata il giorno stesso della fase chirurgica. «Nell’arco delle 48 ore successive all’intervento, la protesi sarà inserita nella bocca del paziente, il quale non avrà più preoccupazioni per i quattro mesi successivi» spiega il dottor Francesco Vurro, odontoiatra, implantologo e protesista con studio a Modugno. «Solo allora e a fronte di una nuova impronta – aggiunge il professionista – verrà fabbricato il manufatto protesico definitivo». Questa nuova metodica, che si avvale di impianti creati appositamente per sopportare il carico immediato, risolve il problema della fase provvisoria nel periodo della osteointegrazione (la fusione tra osso e struttura artificiale). Al posto di una scomoda protesi mobile completa (la cosiddetta dentiera), che rappresentava in epoca precedente l’unica possibilità in attesa dell’utilizzo degli impianti, oggigiorno al paziente viene offerta una protesi ad appoggio implantare stabile, già in fase provvisoria. IMPLANTOLOGIA PER TUTTI «Praticamente quasi tutti» dice il dottor Vurro. Una volta valutato il paziente nelle sue condizioni generali di salute – spiega – si passa all’esame dell’osso disponibile e la sua qualità e alle motivazioni del paziente». A patto, ovviamente, che non ci siano dei motivi validi per ritenere impraticabile l’impianto in casi specifici. «Esistono, infatti, quelle che in medicina vengono definite delle controindicazioni di carattere locale o generale – prosegue il dottor Vurro – che possono essere temporanee o permanenti». È fondamentale, quindi, che il paziente collabori con il dentista, rispondendo sinceramente ed esaustivamente alle domande che il medico gli rivolge, durante la visita preliminare. Ad esempio, non è consigliabile sottoporsi a terapia implantare se il paziente attraversa un periodo di particolare stress psicofisico, oppure durante una gravidanza. Non si possono eseguire questi interventi se sono in atto trattamenti farmacologici anticoagulanti od immunosoppressori. Anemie, alterazioni delle difese contro le infezioni e della coagulazione e anche il diabete giovanile costituiscono controindicazioni assolute. In caso di malattie cardiocircolatorie, in pazienti con protesi valvolari cardiache L’osteointegrazione è il processo con cui una vite, inerita nell’osso e lasciata riposare, cioè non sottoposta a carico, si integra nell’osso stesso. La procedura si compone di due fasi: 1) L’apertura della gengiva e l’inserimento di una struttura, a forma di vite, in materiale biocompatibile, in grado di unirsi al tessuto vitale, che farà da “radice” del dente, all’interno dell’osso; 2) Dopo 3-6 mesi, la riapertura e pregresse endocarditi batteriche esistono rischi elevati che vanno valutati con il cardiologo curante. Anche in caso di particolari malattie dell’osso, si devono vagliare attentamente i pro ed i contro dell’eventuale terapia impiantare. DISPONIBILITÀ ANATOMICA «La disponibilità ossea – spiega il dottor Vurro - è della massima importanza, qualunque sia il sistema impiantare che si intende usare». Servendosi degli attuali della gengiva, l’inserimento di una connessione vite-dente (moncone) costituita da piccoli cilindri che, emergendo dal margine gengivale, consentono l’applicazione del dente o dei denti (struttura protesica fissa e/o mobile). Il tutto avviene in anestesia locale. Per ottenere un buon risultato, è indispensabile avere una buona quantità di osso sia in altezza sia in spessore. Se l’osso è assottigliato o comunque scarso, si – aggiunge –per i quali spesso è necessario sostituire denti persi in eventi traumatici, è indispensabile attendere fino a che non si sia realizzato un completo sviluppo osseo dei mascellari, il che deve essere valutato per ogni singolo caso».
Sono adatti a tutti, sia adulti sia giovani. Di solito non presentano controindicazioni