Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Il tabù-trasferta resiste
A Salerno è pareggio, protagonisti con una doppietta a testa Rossi e Galano Al Bari mancano cattiveria e lucidità necessarie per vincere lontano dal San Nicola
Niente vittoria esterna, ma almeno stavolta, come successo a Vercelli, arriva il pareggio. Nella partita tra le gemelle Salernitana e Bari finisce 2-2, con due doppiette come timbro sul tabellino: il giovanissimo Alessandro Rossi per i granata, il solito e infallibile folletto Cristian Galano per i biancorossi. Un pareggio che muove la classifica del Bari, consentendogli di approdare al quinto posto, a -3 dalla capolista Frosinone, ma che lascia pure qualche rimpianto a Fabio Grosso. «Abbiamo disputato una buona partita – ha detto l’allenatore biancorosso – e abbiamo concesso pochissimo. Non era semplice, eppure credo che avremmo meritato di più. Dobbiamo continuare in questo modo e presto arriveranno i tre punti. Perdere sarebbe stato beffardo».
La beffa sarebbe derivata dal fatto di non aver sfruttato la situazione di momentaneo vantaggio. Contrariamente a quanto successo in molte altre occasioni, infatti, il Bari aveva cominciato di gran carriera la partita, andando a segno dopo soli cinque minuti sull’asse Cissé-Galano. Assist del guineano e rete del foggiano, sfruttando una clamorosa incertezza della difesa salernitana. A dispetto dello 0-1 che aveva illuso i tifosi del Bari, però, va detto che la Salernitana è stata poi brava a capovolgere il risultato, punendo con cinismo due gravi errori della retroguardia ospite. Nel primo caso un pasticcio di Gyomber, peggiorato dalla chiusura pessima di Capradossi e Tonucci e dall’intervento goffo di Micai; nel secondo un posizionamento poco convincente dei difensori di Grosso, sebbene permanga qualche dubbio sulla regolarità della posizione di Rossi.
«Mi dispiace tanto – glissa Grosso sugli errori – ma ci sono stati episodi negativi». Non è la prima volta che lì dietro si sbaglia e si perdono punti, e lascia perplessi che gli errori siano spesso di evidenza paradossale. In casa, sull’onda dell’entusiasmo del San Nicola, magari non hanno il peso temuto. In trasferta, purtroppo, questo non accade. Il contraltare è la continuità realizzativa degli attaccanti, e in particolare di Galano. Schierato stavolta da seconda punta nel 3-5-2 di Grosso, si è mosso da cobra nell’area di rigore avversaria, finalizzando da centravanti vero, prima con il tipico sinistro a giro, poi con un’incornata da pivot. Nove gol in otto partite per lui, e considerando le marcature in coppa, diventano 11 in nove gare. Difficile chiedere di più, difficile pretendere maggior efficacia da un giocatore che in passato è stato troppo spesso e ingenerosamente bollato come discontinuo e senza la leadership giusta per fare il salto di qualità.
A completare la bella giornata del tridente offensivo (nonostante Improta sia partito dalla linea dei centrocampisti) ci hanno pensato gli assist dello stesso Improta e di Cissé. Ma il Bari può recriminare pure per il palo di Capradossi su cross della sorpresa Anderson (prima presenza da titolare per il terzino olandese) e per l’errore da posizione assai invitante di Brienza nel secondo tempo.
Complessivamente le due squadre si sono affrontate a viso aperto, con la Salernitana che è riuscita ad andare oltre una miriade di infortuni potenzialmente condizionanti, e il Bari che non ha mai mollato, dimostrando di poter essere competitivo anche lontano dal San Nicola. Merito di una buona intensità a centrocampo, con Petriccione che non ha fatto rimpiangere Basha, e Tello che ci ha messo la solita corsa e generosità. Niente di esaltante, intendiamoci, visto che soprattutto dal colombiano ci si aspetta una qualità maggiore. Di certo, però, non è corretto muovergli appunti sul piano dell’atteggiamento e dello spirito. Positiva anche la prestazione di Anderson, che non ha sofferto difensivamente, dimostrando peraltro buona personalità in fase propositiva. E peccato che stavolta Brienza non sia riuscito a sparigliare le carte al suo ingresso in campo, e che Floro Flores nel quarto d’ora in cui è stato impiegato non sia riuscito a replicare il gol di una settimana prima. Tra le note dolenti, l’infortunio di Marrone. Uscito dopo soli 11 minuti, lamenta una distorsione alla caviglia sinistra che sarà monitorata nelle prossime ore. Difficile fare previsioni sul suo utilizzo domenica contro il Pescara, per quella che, a tutti gli effetti, può essere considerata una partita di cartello. Allo stadio del capoluogo pugliese è atteso il maestro Zeman. Pensare a un match non spettacolare è francamente impossibile.
Grosso «Mi dispiace tanto per gli episodi negativi Certo, perdere sarebbe stato beffardo»