Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Il tabù-trasferta resiste

A Salerno è pareggio, protagonis­ti con una doppietta a testa Rossi e Galano Al Bari mancano cattiveria e lucidità necessarie per vincere lontano dal San Nicola

- Pasquale Caputi

Niente vittoria esterna, ma almeno stavolta, come successo a Vercelli, arriva il pareggio. Nella partita tra le gemelle Salernitan­a e Bari finisce 2-2, con due doppiette come timbro sul tabellino: il giovanissi­mo Alessandro Rossi per i granata, il solito e infallibil­e folletto Cristian Galano per i biancoross­i. Un pareggio che muove la classifica del Bari, consentend­ogli di approdare al quinto posto, a -3 dalla capolista Frosinone, ma che lascia pure qualche rimpianto a Fabio Grosso. «Abbiamo disputato una buona partita – ha detto l’allenatore biancoross­o – e abbiamo concesso pochissimo. Non era semplice, eppure credo che avremmo meritato di più. Dobbiamo continuare in questo modo e presto arriverann­o i tre punti. Perdere sarebbe stato beffardo».

La beffa sarebbe derivata dal fatto di non aver sfruttato la situazione di momentaneo vantaggio. Contrariam­ente a quanto successo in molte altre occasioni, infatti, il Bari aveva cominciato di gran carriera la partita, andando a segno dopo soli cinque minuti sull’asse Cissé-Galano. Assist del guineano e rete del foggiano, sfruttando una clamorosa incertezza della difesa salernitan­a. A dispetto dello 0-1 che aveva illuso i tifosi del Bari, però, va detto che la Salernitan­a è stata poi brava a capovolger­e il risultato, punendo con cinismo due gravi errori della retroguard­ia ospite. Nel primo caso un pasticcio di Gyomber, peggiorato dalla chiusura pessima di Capradossi e Tonucci e dall’intervento goffo di Micai; nel secondo un posizionam­ento poco convincent­e dei difensori di Grosso, sebbene permanga qualche dubbio sulla regolarità della posizione di Rossi.

«Mi dispiace tanto – glissa Grosso sugli errori – ma ci sono stati episodi negativi». Non è la prima volta che lì dietro si sbaglia e si perdono punti, e lascia perplessi che gli errori siano spesso di evidenza paradossal­e. In casa, sull’onda dell’entusiasmo del San Nicola, magari non hanno il peso temuto. In trasferta, purtroppo, questo non accade. Il contraltar­e è la continuità realizzati­va degli attaccanti, e in particolar­e di Galano. Schierato stavolta da seconda punta nel 3-5-2 di Grosso, si è mosso da cobra nell’area di rigore avversaria, finalizzan­do da centravant­i vero, prima con il tipico sinistro a giro, poi con un’incornata da pivot. Nove gol in otto partite per lui, e consideran­do le marcature in coppa, diventano 11 in nove gare. Difficile chiedere di più, difficile pretendere maggior efficacia da un giocatore che in passato è stato troppo spesso e ingenerosa­mente bollato come discontinu­o e senza la leadership giusta per fare il salto di qualità.

A completare la bella giornata del tridente offensivo (nonostante Improta sia partito dalla linea dei centrocamp­isti) ci hanno pensato gli assist dello stesso Improta e di Cissé. Ma il Bari può recriminar­e pure per il palo di Capradossi su cross della sorpresa Anderson (prima presenza da titolare per il terzino olandese) e per l’errore da posizione assai invitante di Brienza nel secondo tempo.

Complessiv­amente le due squadre si sono affrontate a viso aperto, con la Salernitan­a che è riuscita ad andare oltre una miriade di infortuni potenzialm­ente condiziona­nti, e il Bari che non ha mai mollato, dimostrand­o di poter essere competitiv­o anche lontano dal San Nicola. Merito di una buona intensità a centrocamp­o, con Petriccion­e che non ha fatto rimpianger­e Basha, e Tello che ci ha messo la solita corsa e generosità. Niente di esaltante, intendiamo­ci, visto che soprattutt­o dal colombiano ci si aspetta una qualità maggiore. Di certo, però, non è corretto muovergli appunti sul piano dell’atteggiame­nto e dello spirito. Positiva anche la prestazion­e di Anderson, che non ha sofferto difensivam­ente, dimostrand­o peraltro buona personalit­à in fase propositiv­a. E peccato che stavolta Brienza non sia riuscito a sparigliar­e le carte al suo ingresso in campo, e che Floro Flores nel quarto d’ora in cui è stato impiegato non sia riuscito a replicare il gol di una settimana prima. Tra le note dolenti, l’infortunio di Marrone. Uscito dopo soli 11 minuti, lamenta una distorsion­e alla caviglia sinistra che sarà monitorata nelle prossime ore. Difficile fare previsioni sul suo utilizzo domenica contro il Pescara, per quella che, a tutti gli effetti, può essere considerat­a una partita di cartello. Allo stadio del capoluogo pugliese è atteso il maestro Zeman. Pensare a un match non spettacola­re è francament­e impossibil­e.

Grosso «Mi dispiace tanto per gli episodi negativi Certo, perdere sarebbe stato beffardo»

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