Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Il pMasasastiomèil«iaspnroe,mnuotno»semi ofatollito: Il futuro invece è tempo «estraneo»
H Cara Ester, o 42 anni, mi chiamo Massimiliano. due anni fa do appuntamento al ragazzo che mi viene dietro da Nmoesni nsoononsotanbterul’atbtboia, gailàmresepninotocergeliddoic,o che in reanltàomni spoianceo, socloschì etenrornimbeilneeqreundaenvdo o una cdoontnon. Laui emsi criespaoncdenchaecnoesnsumnaep,iùadli me ngloi pisapceero. eSsoanmoetatefrfliodinacbriislie, m, atesnfodrtuonatanmoentterhaadiniirzeia.to a vFeadcecrsiiocoinl umn’aeldtrai.cCoi ,bahcoiamco,mpoicnhicgiioartnoi ddoapo mi dgiicoe vchaenhea,svcelntogdoi mdeatteursni caonfalemi. Inigizilaiaundpieqrioudeolle gcrhigeioninocnui spfroutteovleanfooto pdielorrmo deutetaevrvsinigahliatrtioalche i mmairee ipelirbevriitaarellF’uacnebivoeokr:striatàu.nHcroollopeals’aslatrtoocegrcloi anni di concentrarmi sulla tesi che devo scrivere. Dopo la dai 20 ai 30 tra borse di studio, notti sui mia laurea lui riprende a farsi sentire con le scuse più libri e un senso del dovere schiacciante. varie. Pochi mesi dopo incontro per caso un suo amico, cFoinnocschiuétonteomnpèo pfriinmiat:amli avsepvaecchiiaesltiozzdiauzsicoirenme.aI aplrl’eipmociasnoolndeirogiuntaerdesasgantaa. Sttia,vloaltapionvsesciebsiclaitttàa di qguaarlcaonsatiereiniuzianmaobaufroeqnuaenvtaercic. Pheirafaiarlaabirmevei,emii pgrendiotounrai,cèotqtau. Leuli linovecche enom, tainhtoaè dvearotochue ndopoo’ di uanumtoesettitmo mai escadriicasedricendiotmà.i di non sentirsi cSouinlvforltonquteanstoevnotrirembbeen. Ctiaslteo ,mpaolec, mhaeneosnperienzeah, interrompo del tutto i contatti. Una sera ci ritroviamo tutti e tre a una festa e poco tempo dopo il primo, ancora fidanzato, mi scrive di nuovo. Iniziamo una relazione: lui perché si è reso conto che lo attraggo arniucosrca,iivoapear i tira edmepolrlaecshseas.eLgueoanovemvi cdhei psrpoovosanrccoir,alei upnraefnordteeavtatratzeiomneppoer,lpuio. O“Mra satsospiemr toilrinanreoa cearsa dnoopioousnoa ”lu,nqgua aesssteonzèa estatoche nilocnosomcomsaefanreto. Avsruei dvoigmlia edi acognltiaattamreiqcuiecllo muni. fPidearnòzaatodpeesr stooglliearvmoi rloasifinziou, pnear ncoliianeipcear ,naonlmeno pensare. Avrei voglia di contattare l’altro per prendermi quello sono riuscito a farlo per lei. Sta con lui una birra e parlare del niente. Entrambi i casi hanno delle controindicazioni. Cosa è meglio: contattare l’uno, l’altro, nessuno? Anestetizzare l’uno con l’altro e viceversa? Scegliere di comportarmi male per non rischiare di starci male o di fare qualcosa di apparentemente innocente che non so se mi farà soffrire? E non è più sensato scegliere un rapporto in cui t’importa dell’altra persona, piuttosto che uno in cui la usi per proteggerti? S. Cara SI.o,
l’amqoure.sItl di stato che uno fa a se stesso. È una faccenda molto contorta, la tua, e poco contenta: di sfolgorante per ora hai solo i dubbi, S.. Cominciamo da quelli. «Sapere cos’è meglio fare» lo trovi solo nell’almMaanascsciomdeill igaionrnoo, dtopgol,iial pmrooblesmuabditoormuen duirbribpeiotib:ili, da un’taultranpoanrtes:esieiubnravfa lalifatore,mseolitiuenrroerireoae.
diiescai pmeinruetipdeoprco?hOé seiiusnoa lroifl?esPseivraché fianmoicahe rimoegsgtai ptiersmeiepsi?reEsiostocnuoraquseellinchzea tregua delclheiedere s’innapmeogragnioocroindleigngoerie:zfzianetqeuseqgluiailltirbi, arnactoer,aviperriceh,iamarla. più beanerdreatmti, cphieccaotnrliecgigseorecziza lsia.nTnouftatresetlua. passare. Arrivi nella vita di queste squinternate e Non ha senso porsela, ma passiamo anche all’altra domanda: tu chiedi cos’è sensato scegliere. Vorresti sapere, tra due alternative, come si distingue quella adatta a noi. Piacerebbe a tutti, S., ma se si tratta d’amore al massimo scegliamo i vestiti. Pensaci: ce le siamo guadagnate, certe felicità? Ce li meritavamo, certi dolori? Scegliere non significa niente, è come una X tendente a infinito. Calcoli i limiti, come in matematica, altro non si può fare. «E adesso?», chiedi. Siamo alla terza questione. Sembra una domanda, in realtà vorresti il nome di una strada. oacnhciahmeosqcuaerllsoo?»), al che non m’imppaogrhti ma nIonsuonmlavmorao ,chtreomviipqiaucee, roacghieli smogentatoi nellia ciottcàccih,eledicliosioc.i, «Hai (ancoram) laigploisosribi,ililtàe dciosncevgilinercei»,cshcreivseono Rezcah,»iesedeispserrecinhnéatmiolraastacoiaanmob?iziÈosna»o.rmcaolreri.eHreadeilmez Perché quesmta adlleelscpoalmle?plesszoodgieolrno.it Forse ci si affeziona, al passato, perché è l’unica cosa che si conosce. Tempo familiare, mentre il futuro è tempo estraneo. Ma il passato l’abbiamo già abdbasltsaunzoa,bSe., noenfaètrtimoraest.oEpiùquniientdei. è Cara Ester, sono G., andrò subito al dunque. Stavamo insieme da tre anni, con degli alti e dei bassi. Finché l’ho tradita e l’ha scoperto. Poi, quando ci siamo affrontati, mi ha detto di tutto, e io ho risposto con delle cattiverie
daevsveisroteunumnomstrion. Ourtaostda lrotsào, perché me lordimicoendo in cocmuuonre.eIocnoomn raienscdoap,iùpausrtaereqcuoasìn, ddevoosarebbe scumsa ho provocato. Vorrei
tbreaissotlao fcaorlansqtaureepsetgogiao.tLtaeggiamento verità è che vuonrreiictorsncarieaignsuiermaetoalaeil. Pmuòounndeorr:osreai rovinare tutto? Forse per lei sarebbe meglio che io smettessi di esistere. Devo lasciar stare così da permetterle di ricominciare daccapo? Che cosa se ne potrebbe fare di un verme come me? Caro G., drammatizziamo: magari sei un verme davvero, e chi può dirlo meglio di te. Di buono c’è che tu hai la certezza, lei ha solo delle ipotesi. Non mi fido troppo no della cattiveria, la tuaA,apuptorpersoscloamaaptae,prsoio.Ènrearcohe vederla pura, raffinaItal, plaucnattioveèriac.hSeonsotai affronta amarissimi e spassousin,i avegrircatvtiivti.àGcenheerallamseni teula zi cattiveria è fasulla, ècpiiùsutnaimmodeotdteicnodnfonmdeoreltloa im gente che autentica aralblbeigardiiast,illeata. Cupido piace Mi piace di te soltantcoounatrcaosraio:c.he non ti senti libero di non scusarti. Mi scrivi che ti senti un in Servirebbero le istruzioni, per quando uno la fa sentimenti. Forse è vero, f veramente grossa. Un piano convalidato dalla talento che dovevi impara società per farsi riassegnare una piccola quota di l’esperienza. rispetto. Invece niente, ti affidi alla generosità dell’altro, il maltrattaEto achlleoarcaceattsacleoslctuas:eq. uando n
LQaupalcounsotdairebbe: l’icmobmeciilnlec.Biaisroeg,nceroàmienttceircai dall dteutlticinusieomreee decideprreo,usnsgimioranov,soeltpaerdcohnearienècont Innveiallalelisttuaedelle astuzaielpper icmamopasregtrnaonqcuhillei oèèdistu lesttpeoret daa fessi. Ne usccireermcmaroecodmi esaselmvaprrel a ,disrcai lvat «dipende», come al liceo si rispondeva «Professore, violadamore@ prudenza è la sorella intel questo non me lo ricordo», quando non avevamo corrieredelmez coraggio. Lo so, ti sembra capito niente. zogiorno.it uomo che sa quando anda Per farle un favore dovresti smettere di esistere, che sa quasi tutto. scrivi. Ma esisti, ci dobbiamo rassegnare e cercare di Baricco una volta ha racco sistemare qualcosa. Partiamo da questo:sntoonrsieai ,seqnuzaesptear:anBze.eStehoven ancora dall’altro latoltei vaogdlidonizoiboenie., uDnivisioni, mo «ricominciamo daccaspoot»trèasezmiopnrei peiùrapnroobafbuiloe rdii da un addio confermato“. NMeoznzaèfeulicnitaà dceol smaoncdhoegsirea ci intorno a chi è bravoraasdcudsrairzsiz. a la giornata?”, c Chiamala. Lascia perdere il silenzio, il silenzio è la A me piace di più un’altra campagna contro la Russia dell’amore: nessuno più grande musicista del vince, nessuno perde, intanto si muore di freddo. fare solo le addizioni, ed è Stare zitti non ripara e non distrugge. Se c’è un dio malefico che governaNleopnerddaitertdii tpemenpso,ièerili inutili: contrario di un miracolo, silenzio. Servirà solo una verssioenme rpidroet.taQduellealvliercitoàm, G.e: «tTei no amo, e ho fatto una csaozzlai ta»l.uEnspgeora, rpe rcehse tleoi smtiai ma soffrendo abbastanzdaidua cneademreo(sgfolirteunf atnatmaesnteica e la capacità di esitaziotnies, odaminingalmiao.raItoi, èsomnooltosicura limitata). Si cambia facilmente idea, quando il prezzo sicuro anche tu. di restare l’essere umano ragionevole che tutti sperano tu sia, è un mare di infelicità. Accollarsi un traditore una tantum sperando che non diventi seriale non è una cosa intelligente, ma non concedere mai la seconda possibilità è da idioti senza appello. Perché più spesso di quanto uno spera, la scelta nella vita si ridurrà a questo: decidere che tipo di cretino essere, se un cretino che sa fare la cosa giusta o un cretino tutto sommato felice. © RIPRODUZIONE RISERVATA