Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Robot contro l’autismo, sperimentazione a Triggiano
In un centro di Triggiano prima sperimentazione in Italia
Si chiama Nao, è alto venti centimetri, pesa cinque chili, è colorato, ha una voce che parte da un microfono interno e cattura l’attenzione stimolando azioni e reazioni: è un «robottino umanoide» che sembra umano e sprizza umanità, di fatto un miracolo della tecnologia che ormai è una realtà pronta per essere sperimentata nel centro polivalente per disabili «Pesci Rossi» di Triggiano. Perché proprio qui, a pochi chilometri da Bari, per la prima volta in Italia questa creazione messa a punto nei laboratori di ricerca dell’Enea sarà utilizzata a sostegno dei bambini affetti da autismo. Una sperimentazione che proietta la Puglia e il Mezzogiorno all’avanguardia internazionale nelle nuove frontiere della salute. Tutto passa da questo robot.
BARI È alto venti centimetri per cinque chilogrammi di peso, un tocco di rosso vivace o di arancione che interrompe il bianco lucente, una voce che parte da un microfono interno e cattura l’attenzione stimolando azioni e reazioni; e poi il volto, che sarà pure il risultato di chissà quali sofisticati congegni ma emana comunque espressività grazie agli occhi ricavati in due grandi cerchi neri densi di simpatico mistero: eccolo il piccolo grande Nao, un “robottino umanoide” che sembra umano e sprizza umanità, di fatto un miracolo della tecnologia che ormai è una realtà pronta per essere sperimentata nel centro polivalente per disabili “Pesci Rossi” di Triggiano. Perché proprio qui, a pochi chilometri da Bari, per la prima volta in Italia questa creazione messa a punto nei laboratori di ricerca dell’Enea sarà utilizzata a sostegno dei bambini affetti da autismo. Una sperimentazione che proietta la Puglia e il Mezzogiorno all’avanguardia internazionale nelle nuove frontiere della salute, una strada innovativa resa possibile grazie a una collaborazione intrapresa già qualche tempo fa e replicata con successo su un progetto che potrebbe regalare ulteriori speranze e suggerire percorsi inaspettati.
Tutto passa da questo robot. Che parla, si muove, gioca. «L’aspetto è quello di un pupazzo», dice Vito Serripierro, direttore di Elpendù, il consorzio di Mola di Bari che riunisce 23 cooperative sociali e gestisce anche il centro di Triggiano. «Nao - prosegue - simula i movimenti di un “pari”, vale a dire di un bambino: lo aiuta in azioni che possono sembrare banali ma che in realtà rappresentano passi avanti importanti, progressi che vengono esaminati e monitorati di continuo in modo tale da ottenere un quadro preciso e aggiornato della situazione».
Di certo Nao non è un medico, non può guarire né suggerire una terapia. Ma può rivelarsi determinante lungo il percorso di un netto miglioramento della qualità della vita per quanti sono alle prese con particolari esigenze. «Nao - spiega ancora Serripierro - non è un “caregiver”, non è paragonabile a qualcuno che si prende cura di